Cossiga attacca la CAF
14 - 07 - 2006
Francesco Cossiga ha 77 anni. Ex presidente della repubblica, ex ministro, ex presidente del consiglio, è senatore a vita. Fu eletto deputato, per la prima volta, nel 1958 (quasi cinquant'anni fa). E' il classico politico italiano: da cinquant'anni ce l'abbiamo sul groppone. Praticamente, per dirla in gergo, è mezzo secolo che c'ingroppa.
Anche lui è un strenuo oppositore alle indagini sul mondo del calcio. "E' inutile e rischiamo solo di avere dei suicidi come per Mani Pulite. Guardate Pessotto. Gli azzurri? Encomiabili".
"Ho ammirato molto Lippi e tutti gli azzurri: per essere onesti non è che il commissario Rossi e l'ineffabile Borrelli avessero sostenuto né la squadra né il suo commissario tecnico. Dico questo specie dopo il tentato suicidio del bravo Pessotto: è nella tradizione di mani pulite, ora diventata piedi puliti, seminare non di giustizia ma di morti, sangue e suicidi la sua attività".
Alcuni giorni fa un giornalista gli ha chiesto come potesse essere sicuro che il tentato suicidio di Pessotto (gettatosi dal tetto della sede juventina) fosse da collegare all'inchiesta sul calcio. "Sono assolutamente sicuro. Dopo le famiglie distrutte da mani pulite senza nessun contributo alla moralizzazione del Paese, ora con gli stessi attori non avremo grazie a calciopoli nessuna moralizzazione: o se la danno i club o non sarà certamente Borrelli a darla loro. E corriamo il rischio di avere un'altra sequela di suicidi, tentati suicidi e famiglie distrutte. I ragazzi della nazionale stanno reggendo a questa persecuzione psicologica ed hanno retto anche al dolore per la vicenda di Pessotto. Per questo dico loro bravi".
Cossiga ha avuto parole durissime anche per la Caf. "L'altro giorno mi sono vergognato per quella parodia della giustizia che è la commissione di appello federale: mi ha molto meravigliato che un serio giurista sia sceso così in basso da andare a presiederla. Il che vuol dire che lo pagano bene perché altra giustificazione non l'avrebbe".
Cossiga, non si sa in base a che prove, ha accusato indirettamente Pessotto d'essere complice negli illeciti perpetrati dalla società bianconera. Dopodiché lo ha assolto - insieme a tutti gli altri, giacché, a suo personalissimo modo di vedere, sulle illegalità commesse dai politici e dai potenti del pallone non bisogna neppure indagare. Questa è l'etica di un ex presidente della repubblica.