Intercettazioni e privacy
06 - 07 - 2006
Tratto da "Ansa", 04 Luglio 2006:
La Caf ha dichiarato "utilizzabili" le intercettazioni nell'ambito del processo per lo scandalo del calcio. Lo ha detto il presidente Cesare Ruperto rigettando le diverse eccezioni presentate dalle difese degli imputati sul tema. Sono stati presentati, ha aggiunto Ruperto, "argomenti non idonei allo stato a giustificare l'abbandono dell'orientamento di questa commissione la quale ha ritenuto ammissibili le intercettazioni".
Questa notizia ci permette di tirare un piccolo sospiro di sollievo. Gli avvocati dei deferiti di Calciopoli, di fronte all'evidenza delle intercettazioni telefoniche, hanno elaborato due strategie: le intercettazioni violano la riservatezza (e quindi non sono utilizzabili come prova diretta); questo o quel Tribunale non ha la competenza per giudicare gli imputati. Siamo al paradosso, al ridicolo, alla vergogna nazionale. Sotto il tendone da circo del sistema, schiere di avvocati lautamente pagati si arrampicano sugli specchi, pur di negare l'evidenza, perché in questo sistema marcio, con una giustizia forte con i deboli e debole con i forti, può capitare d'averla vinta pur essendo dalla parte del torto. I pagliacci iscritti agli albi, saltando di palo in frasca, vanno alla ricerca del cavillo legale, nel tentativo di salvare il crimine organizzato alla sbarra. E' il loro lavoro, ed è pure legale.
Purtroppo, nel nostro Paese, esistono cittadini di serie A e di serie B, gli Ultras. Per gli Ultras vale la flagranza differita, giacché è flagranza di reato anche se il fatto è avvenuto 36 ore prima. Alle 5 del mattino, nel cuore della notte, le volanti ti piombano a casa e ti portano direttamente in Questura. Poi, da lì a poco, sei trasferito in carcere e sbattuto in cella di sicurezza. In seguito, molto probabilmente, riceverai una diffida di 3 o di 5 anni, che t'impedirà l'accesso alle manifestazioni sportive e ti obbligherà a firmare ogni domenica. Una violazione della libertà individuale in contrasto con la Costituzione.
Badate bene, questo accade indipendentemente dalla prove raccolte dalla polizia. Il più delle volte, infatti, i "colpevoli" sono "individuati" pescando a caso nel mucchio. Altro che CSI e RIS. Se sei un Ultras ti tocca il maresciallo Calogero.
Per i cittadini di serie A le cose sono assai diverse. Chi ha avvocati forti e agganci importanti spesso riesce a farla franca. Ma non tutti possono assoldare principi del foro, con parcelle da capogiro, o telefonare all'amico parlamentare. Gli Ultras, molto spesso, devono accontentarsi degli avvocati d'ufficio, per poi sostenere processi in cui le decisioni sono comunque a senso unico, anche quando le prove non ci sono o sono inconsistenti.
Vorremmo la legge fosse veramente uguale per tutti. Vorremmo processi in cui fotografie e intercettazioni telefoniche hanno sempre lo stesso peso, indipendentemente da quello che l'avvocato di turno riesce ad escogitare - fosse anche Taormina. Gli Ultras sanno assumersi le proprie responsabilità, anche davanti alla legge. Ma dev'essere una legge giusta, non una presa per il culo.
I potenti del calcio, per anni, hanno chiesto "tolleranza zero" per gli Ultras. Hanno preteso ed ottenuto leggi speciali - che molto s'avvicinano al concetto di "giustizia sommaria" - e reclamato il pugno di ferro. Adesso, però, che i loro crimini sono venuti alla luce, invocano, ma solo per loro, tutti quei diritti di cui ci hanno privato - e anche molto di più. Pagliacci.
Ma nel circo del calcio non mancano mai i buffoni. E già ci annunciano l'arrivo dei clown in toga scura. Ci proporranno la solita gag?
LIBERO CITTADINO? NO, ULTRAS!