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Mondiali Germania 2006: tifoso in campo

16 - 06 - 2006

Si gioca a Berlino la partita tra il Brasile stellare e la Croazia, squadra ostica e sostenuta a gran voce da una delle migliori tifoserie d'Europa. I supporters croati, in passato, hanno fatto spesso parlare di sé, per episodi legati ad invasioni di campo, partite interrotte, incidenti e violenze in molte città d'Europa, a seguito delle squadre di club. A Berlino, complici i lavoratori residenti in Germania da varie generazioni (la Croazia, tra le repubbliche della ex-Jugoslavia, è quella che per tradizioni storiche, culturali ed etniche è sempre stata più vicina al ceppo tedesco piuttosto che a quello slavo), una massa enorme di tifosi si compatta in un settore dello stadio e dà vita ad un tifo infernale. All'86', in barba alle barriere di protezione alte più di due metri e ad un fossato anti-invasione, un singolo invasore raggiunge il terreno di gioco ed il beniamino Prso, cercando di baciargli letteralmente il piede, autore di tanti gol e di tante vittorie. Un gesto spontaneo, sanguigno, diretto, senza nessun tipo di aggressione né violenza. Un atto nel quale molti di noi Ultras si sono riconosciuti perché, al di là dell'interruzione della partita, è stato un gesto umano di grande partecipazione. Il tifoso è la parte più importante di tutto il mondo calcio. E' il tifoso che trasforma in passione un semplice evento sportivo. E questo, da tanti, sembra essere stato dimenticato.
Qualcuno, ormai, equipara i tifosi a semplici consumatori. Ma se i tifosi fossero semplici consumatori, asettici spettatori di un avvenimento sportivo, il calcio sarebbe solo ventidue uomini che danno calci ad una palla. Il calcio invece sa animare le folle, perché i tifosi hanno proiettato su di esso aspirazioni, passioni e significati extra-sportivi. I tifosi non hanno consumato, hanno dato. Ed è grazie alla passione dei tifosi che il calcio è diventato un fenomeno di massa, capace di coinvolgere intere città e nazioni.
Tutto questo ha generato grandi affari e ingenti guadagni. Un tempo credevamo ci fossero dei limiti, poi sono stati superati. Alla costante ricerca di un profitto sempre maggiore si attuano politiche miopi, che speculano sui tifosi, dimenticandosi che questo mondo (sportivo ed economico) è retto proprio da loro. Ma chi cerca solo il guadagno nel breve periodo non si cura dei danni a lungo termine. Solo Ultras e tifosi hanno a cuore il destino del calcio.
Questi mondiali 2006 sono esattamente come ce li aspettavamo: grandi impianti polifunzionali, biglietti venduti con metodologie che ledono i diritti dei tifosi abituali, steward (buttafuori) con catarifrangente, posti rigorosamente a sedere anche nei settori popolari, partite trasmesse sul satellite e non sempre visibili a tutti. Sugli spalti: pochi striscioni e quasi tutti che indossano la maglietta della propria squadra. Ovviamente: la maglietta ufficiale, quella che costa un patrimonio, sponsorizzata, venduta da qualche multinazionale dell'abbigliamento e confezionata chissà dove. Un moda che significa: milioni di Euro. Nike e Adidas, in questi giorni, hanno stabilito nuovi record. Ma questa moda "curvaiola" chi l'ha creata? I tifosi o... chi specula sulla loro passione?
La sensazione che si vive, guardando le poche partite trasmesse, è d'aver dinnanzi un bel prodotto preconfezionato dove l'improvvisazione, la sorpresa e le emozioni sono teleguidate e programmate a tavolino. Il calcio moderno in mondovisione.
Per questo ci sentiamo di ringraziare l'invasore croato, perché il suo gesto, come una piccola interruzione nel segnale del satellite, come un piccolo fuori onda inaspettato e non voluto dal sistema, ci ha fatto capire come certe passioni non saranno mai sconfitte dalle assurde disposizioni che ogni domenica ci troviamo ad affrontare.
Il tifoso in questione, in Italia, avrebbe rischiato: la reclusione da un mese a tre anni e sei mesi. Nella rigidissima Germania, la pena inflitta è stata: 140 Euro di multa e interdizione d'accesso agli altri stadi durante i Mondiali 2006.
Abbiamo visto cosa s'intende per "Mondiali" e sappiamo quali sono le mire del sistema calcio italiano. Per questo, per evitare dare nuova linfa ad un sistema corrotto e al calcio moderno:
NO AGLI EUROPEI 2012 IN ITALIA!!!

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