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La favola del "calcio moderno"

30 - 05 - 2006

Dirigenti federali e di Lega, politici e giornalisti, ci hanno ammorbato per anni dicendoci che nel calcio (bello, pulito, corretto e divertente) c'era un solo problema: gli Ultras.
Ricordate quella favola?

C'era una volta il "calcio moderno", il fantastico mondo dove tutto era bello e buono. Gli arbitri erano al di sopra d'ogni sospetto, i dirigenti facevano del loro meglio per garantire lo spettacolo, i vertici della Figc erano occupati da uomini di sport, i politici legiferavano con coscienza, i giornalisti raccontavano sempre e solo la verità. Un paese delle fiabe, dove a vincere era sempre il più forte, dove torti e favori arbitrali, alla fine, si compensavano per tutti (quasi per magia). Il doping non esisteva (al massimo un po' di creatina, un po' di lievito di birra... testosterone, epo, nandrolone, ormone della crescita... mai!), il calcio-scommesse era stato debellato (alla faccia del cattivone Colombo), i conti erano limpidi e in regola, le normative seguite e rispettate da tutti. C'erano squadre più ricche e squadre più povere, nel "calcio moderno", ma davanti alla legge (sportiva e ordinaria) erano tutti uguali. C'era il problema degli stadi scomodi... ma le società, con animo filantropico, si preparavano a costruirne di nuovi per amore dei loro adorati clienti. Nei centri commerciali dei post-stadi tutto sarebbe stato gratuito, con i tetti dei negozi fatti di marzapane, come nel paese di Hansel e Gretel. I prezzi dei biglietti sarebbero calati drasticamente, come in Inghilterra, dove costano... solo il triplo.
Ma in questo Eden terrestre c'era un'entità malvagia: gli Ultras. Dei birboni di una cattiveria inaudita, che ogni tanto facevano a cazzotti tra di loro, accendevano dei fumogeni (addirittura colorati) e talvolta, con ferocia inconcepibile, cantavano un sanguinario "uh-uh", che sconvolgeva tutti quelli che lo udivano che, intimoriti, correvano a rinchiudersi nelle loro casette di pan di Spagna.
Gli Ultras si lamentavano del "calcio moderno" senza motivo, inventando storie di complotti e di corruzione che non stavano né in cielo né in terra. Criticavano lo stupendo mondo del "calcio moderno", irrispettosi davanti a quel sistema perfetto che garantiva una totale armonia, frutto di menti e di cuori superiori.
I generosi uomini del "calcio moderno", dinnanzi a tutta questa "violenza", cercarono di correre ai ripari. Animati da spirito di giustizia e fedeli ad un'etica granitica, vararono tante leggi speciali contro gli Ultras, affinché il male non avesse mai a trionfare sul bene. Li rinchiusero in gabbie, li schedarono preventivamente, li diffidarono senza processo, li filmarono costantemente per tutto il tempo che stavano allo stadio. Ma gli Ultras, invece d'essere grati a chi li trattava come bestie, invece d'applaudire a chi li aveva affrancati da tutti quei diritti che una certa carta (crediamo si chiami Costituzione) gli garantiva, osarono addirittura brontolare. Fiato sprecato. Lo stupendo mondo del "calcio moderno", faro di giustizia e di speranza per tutti gli uomini di buona volontà, avrebbe continuato ad irradiare la sua celestiale luce. Una luce che, a dispetto degli Ultras, simboleggiava il trionfo del vero sport.
E vissero tutti... felice e corrotti.

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