Galliani non si dimette
25 - 05 - 2006
Ieri mattina, 24 Aprile, Adriano Galliani ha così replicato alle domande di alcuni giornalisti che ipotizzavano sue dimissioni dal vertice della Lega Calcio: "Non ho nessuna intenzione di dimettermi, né adesso, né a settembre". "Passato questo momento verranno scritte nuove regole. Se si deciderà che la Lega non può essere guidata da un presidente di un club, mi atterrei al nuovo regolamento. In ogni caso, non si tratterebbe di dimissioni".
Adriano Galliani, oltre ad essere presidente del Milan, è il massimo esponente della Lega Calcio (la Confindustria del pallone), organo composto dalle società di Serie A e Serie B. Molte di queste società sembrano avere i bilanci truccati, alcune operavano chiaramente nell'illegalità, corrompendo arbitri e designatori, dirigenti federali ed esponenti di altre società, scambiandosi favori con politici e giornalisti. Una vera e propria mafia, dove tutti sapevano e nessuno fiatava, non per paura ma per interesse.
Il massimo rappresentante della Lega Calcio, ovvero il massimo rappresentante delle società in Federazione, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Responsabilità che testimoniano le sue colpe, giacché ha presieduto la Lega Calcio permettendo, per incapacità se non connivenza, un'infinita di comportamenti fraudolenti. Sarebbe quindi logico aspettarsi, almeno, le sue dimissioni. Invece: rimarrà al suo posto, in attesa che tutto si plachi. Intanto ha promesso nuove regole "che dovranno essere rispettate da tutti". Ma se per sua stessa ammissione ci vogliono regole nuove... perché non le ha proposte prima? C'era bisogno dell'intervento della magistratura, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, e di qualche intercettazione telefonica?
Ma le "nuove" regole chi le farà? Le cariatidi di sempre? I responsabili, rivelati ed occulti, di un sistema falso e corrotto? Coloro che, con i loro inganni e i loro silenzi, hanno derubato milioni di Ultras e tifosi italiani?