Piacenza-Cesena: vietato uscire
30 - 04 - 2006
Prendiamo spunto da quanto successo al Galleana di Piacenza lo scorso Ottobre (2005) per riflettere su alcuni comportamenti assurdi tenuti nei confronti degli Ultras. Il testo che segue, nella sua versione integrale, è stata tratto da un forum cesenate.
Sabato 15 ottobre 2005 circa 750 tifosi del Cesena si recano, nel pomeriggio, a Piacenza, allo stadio Garilli, per assistere alla partita di calcio Piacenza-Cesena delle ore 16:00 (...). Dai controlli all'ingresso un gruppo di circa 30 persone viene trovato sprovvisto dei documenti di identità, ma con regolare biglietto. A costoro viene vietato l'ingresso allo stadio. Viene inoltre impedito l'ingresso a due striscioni, uno recante la scritta "Sindaco reggi... la baracca – Cesena lotta con te", e l'altro: "La Lega sbaglia tu correggi". Dopo pochi minuti la partita ha inizio. Fuori restano le 30 persone circa prive del documento e un altro gruppo di tifosi che sta discutendo per cercare di far entrare gli striscioni. Quando in Curva arriva la notizia del blocco degli striscioni e di alcune persone impossibilitate a entrare in molti cercano di uscire per tentare di raggiungere gli amici. Gli steward ai cancelli impediscono però a queste persone di uscire, chiudendo i cancelli con i lucchetti. Dopo una breve discussione gli steward aprono un cancello, facendo uscire la gente che lo desiderava.
A quel punto nel piazzale di ingresso si ritrovano circa 50-70 tifosi del Cesena insieme agli agenti di Polizia, ai Carabinieri e agli steward. I tifosi discutono con i responsabili delle forze dell'ordine chiedendo di far entrare i due striscioni e i tifosi sprovvisti di documento ma con i biglietti. Per i due striscioni le forze dell'ordine non transigono. Le parole del Vice Questore di Piacenza sono: "Se volete, potete denunciarmi, ma gli unici striscioni che possiamo fare entrare sono quelli che hanno un chiaro ed esplicito riferimento alla partita di calcio". Altri striscioni non devono essere fatti entrare, queste sono le nuove normative".
L'intera discussione viene filmata: sia dalle forze di pubblica sicurezza, sia da alcuni tifosi. Il Vice Questore intima ai tifosi che stanno filmando la scena di non riprendere gli agenti di pubblica sicurezza in quanto non si tollera un controllo diretto sul loro operato. Ci invita invece a chiamare i giornali o le televisioni. Il tifoso che filmava le FdO viene identificato. Per i tifosi senza documenti, ma con i biglietti, prevale il buon senso. Si decide di farli entrare. I responsabili della tifoseria, vista la scelta delle FdO (circa i tifosi sprovvisti di documenti) e al fine di evitare possibili aumenti di tensione, decidono di far rientrare tutti e di restare fuori solo in una decina per continuare la trattativa per gli striscioni. La trattativa prosegue, ma il Vice Questore non transige: quegli striscioni non devono entrare pur non avendo caratteristiche perseguibili dalla legge. Per lui, non sono a carattere sportivo.
Siamo ormai oltre la metà del primo tempo e si prende la decisione di andarsene, di tornarsene a casa. Se non possono entrare quegli striscioni, non si vuole restare. A questo punto, però, tranne una decina di tifosi, tutti gli altri sono dentro, in Curva, o sulle scale di uscita. Si forma subito una gruppo di circa 30 persone che si dirige ai cancelli per uscire. I cancelli però sono chiusi, con i lucchetti. E gli steward questa volta non vogliono aprire. Ai tifosi che spiegano l'intento di voler tornare a casa gli steward rispondono: "Non possiamo, le FdO ci hanno intimato di chiudere i cancelli e di non aprire a nessuno per alcun motivo". Chiediamo di parlare con gli ufficiali delle FdO. Si presenta un ufficiale di Polizia, al quale chiediamo di aprire. Lui ne chiede il motivo, al che qualcuno dice che si vuole tornare a casa. L'ufficiale mostra indifferenza, gira i tacchi e si allontana sordo ai richiami di chi vuole uscire dallo stadio e andare via.
750 persone, cittadini italiani, tal seguito di una squadra di calcio, si trovano così chiusi a chiave, dentro una Curva, privati della libertà di poter scegliere di uscire e andare a casa. Per i due striscioni non resta altro che appenderli nella parte esterna dello stadio, davanti agli ingressi della curva ospiti. A circa 15 minuti dalla fine i cancelli vengono aperti, e sia gli steward che le forze dell'ordine abbandonano la scena, allontanandosi dal piazzale per portarsi più distanti di 50 metri verso la gradinata. A 15 minuti dalla fine, non ci sono più regole da far rispettare, documenti da controllare, striscioni ammessi e non, steward strafottenti. Alcuni tifosi staccano i due striscioni dalla cancellata esterna per portarli in Curva, dove vengono esposti e dove raccolgono l'applauso degli stessi tifosi piacentini.
Le nostre conclusioni:
Mancanza di rispetto da parte degli agenti di P.S.
All'esplicita richiesta di molti tifosi di poter uscire e tornare a casa, gli agenti, richiamati dagli steward per avere l'autorizzazione ad aprire i lucchetti, voltavano le spalle senza dare alcuna spiegazione. Un libero cittadino, se decide un sabato pomeriggio di recarsi allo stadio, perde di considerazione e di rispetto da parte delle istituzioni.
Mancanza di professionalità e di rispetto da parte degli steward
Gli steward addetti al settore ospiti hanno mostrato scarsa professionalità lasciandosi andare a provocazioni. L'atteggiamento verso i tifosi è stato canzonatorio, provocatorio e offensivo.
Fuorilegge
Le dichiarazioni del Vice Questore, in merito al mancato ingresso striscioni, contrastano apertamente con la legislazione vigente. Gli striscioni in oggetto non erano violenti, non istigavano alla discriminazione e all'odio, non minacciavano l'ordine pubblico. Adottando un po' di buonsenso non ci sarebbero stati problemi, ciononostante: il Vice Questore dichiarò che gli striscioni con contenuto non esplicitamente sportivo non potevano entrare. Dichiarazioni che sentiamo sempre più spesso. Chi ha inventato norme che il Parlamento non ha mai approvato?
Sequestro di persona
Rinchiudere 750 persone in un luogo pubblico, privandole temporaneamente, senza nessuna giustificazione plausibile, della libertà di movimento: è a una palese violazione dei diritti civili.
Rinchiudere 750 persone in un luogo pubblico, volontariamente privato dei requisiti fondamentali di sicurezza che ne hanno consentito l'agibilità, mette a rischio l'incolumità di tutti i presenti.
Sì parla tanto di sicurezza: uscite di sicurezza, piani antincendio, normative europee, e poi... si bloccano le uscite con dei lucchetti? Che a non rispettare le norme di sicurezza siano stati proprio gli steward e le forze dell'ordine è un fatto molto grave. Il loro comportamento, del tutto irresponsabile, ha messo in pericolo tutti i presenti – tra cui donne e bambini.