Più telespettatori meno spettatori e tifosi
25 - 03 - 2006
Da "Stadio" del 10 Gennaio 2006.
"Ero e resto disponibile a parlare della questione in tempi ravvicinati. E, comunque, il tema dei diritti televisivi lo affronteremo negli Stati Generali del calcio che si svolgeranno il 30 e 31 gennaio e l' 1 febbraio. E non solo della vendita ma anche del format". Franco Carraro, presidente federale, ribadisce la sua "apertura" nei confronti dei dissidenti capeggiati da Della Valle e Zamparini che reclamano a gran voce il ritorno alla cessione collettiva. Adriano Galliani, presidente della Lega, però non sembra intenzionato a lasciare ampi spazi alla Federazione: "E' questione di competenza della Lega. Ne parleremo a fine gennaio, nell'assemblea del 27". Anche se poi mitiga leggermente il suo pensiero: "Certo che se qualche componente chiede l'intervento della Federazione....". Brutta mattinata per Galliani, costretto dai numeri della classifica ad alzare bandiera bianca in campionato e obbligato a rintuzzare il rilancio dei "dissidenti" (ieri pomeriggio si sono riuniti a Milano negli uffici di Della Valle e il fronte si è allargato rispetto ai firmatari del documento di fine anno), messo sotto accusa da Campana e Ulivieri sulla questione dello spopolamento degli stadi. Nella riunione a porte chiuse, Ulivieri ha parlato chiaro e tondo di situazione di crisi segnalata dal calo di spettatori. Galliani ha manifestato con voce ferma il suo dissenso: "Non è vero non abbiamo mai avuto tanti ricavi televisivi". La replica pubblica è arrivata da Campana: "Sono preoccupato per il calo di spettatori ma preoccupa anche sentire Galliani che dice che l'incremento dei telespettatori è più importante della presenza sugli spalti. E su questo terreno Carraro sembra pendere più dalla parte degli allenatori e dei calciatori che da quella di Galliani tanto è vero che al centro delle riflessioni televisive mette il "format", cioè il numero delle dirette, diventato sempre più elevato con la moltiplicazione dei "mezzi trasmissivi". A scanso di equivoci, Carraro ribadisce: "la materia della vendita dei diritti non dovrebbe essere regolata da una legge. Mi auguro che il mondo del calcio riesca a definire una posizione sull' argomento nella riunione di fine gennaio. Può definirla prima? Io sono pronto a organizzare una riunione anche domani, sinceramente non avrei alcun problema a gestirla". Parole che Galliani incassa con dose proprio minima di euforia.
Le frasi che abbiamo voluto riportare da "Stadio" sono l'ennesimo campanello d'allarme: la politica che sta portando avanti la Lega non distingue i tifosi/spettatori (quelli che vanno allo stadio) dai telespettatori. Ci attende un futuro in cui chi paga un abbonamento televisivo sarà privilegiato delle società, mentre i tifosi saranno progressivamente messi da parte, almeno fino a quando: non si potrà renderli economicamente convenienti. Per questo si parla di impianti moderni e polifunzionali perché negozi, bar, cinema e centri commerciali consentiranno maggiori guadagni oltre al classico costo del biglietto. In questo contesto si cerca d'attrarre le famiglie ma non per una logica legata alla passione, la continuità della fede calcistica di padre in figlio, l'aggregazione, ma per logica di mercato: i genitori dovranno pagare i mille invitanti divertimenti disponibili nel post-stadio per i loro figli.
Qualcuno forse ricorda l'avvento di Tele+ e dei primi canali dedicati al calcio, una partita in posticipo ed il resto giocato alla domenica alle 15. Sono passati pochi anni ma tutto è cambiato velocemente e spesso in modo negativo. Bisognerebbe ricordare a Galliani alcuni piccoli ma significativi aspetti che, come sosteniamo da tempo, allontanano la gente dallo stadio e dalle trasferte:
- prezzi esorbitanti per i settori popolari;
- campionato spezzato in turni settimanali, partite serali, orari improponibili;
- militarizzazione degli stadi e visibilità pessima;
- società ostaggio dei diritti televisivi.
Non ci vuole molto per capire che:
1) nuovi stadi e nuove tecnologie non portano gente allo stadio. Negli anni '80-'90 gli impianti ribollivano di passione nonostante gli impianti fossero lontani dagli standard attuali;
2) i nuovi impianti (post-stadi) saranno concepiti come un teatri silenziosi, con posti a sedere e numerati, che immobilizzeranno la spontaneità del tifo, rendendo tutto più freddo e noioso;
3) quello che era il campionato più bello del mondo offre uno spettacolo calcistico sempre più povero. Ogni anno assistiamo a reati di calcio-scommesse, doping, a ribaltamenti dei risultati del campo, e il divario tra le prime e le ultime è ormai abissale.
La nostra contestazione a questo sistema e a questa concezione del calcio continuerà senza sosta. Ed è anche per questo che siamo sempre nel mirino.
ULTRAS LIBERI!