Domenica (27-11-05), a Messina, alcuni
tifosi interisti hanno insultato un giocatore giallorosso, Zoro Kpolo. Niente di strano se
non fosse per il fatto che il giocatore in questione è di razza negra, nativo della Costa
dAvorio. Sentitosi particolarmente offeso, da cori ritenuti razzisti, il difensore
del Messina sè arrogato il diritto di sospendere la partita, poi regolarmente
ripresa, dopo esser stato rincuorato dallarbitro e dai colleghi. Da domenica sera,
giornali e tv, dirigenti e calciatori, hanno fatto a gara per esprimergli solidarietà.
Difficile definire razzisti i tifosi dell'Inter, visto che tifano per una
squadra (teoricamente italiana) che, talvolta, schiera anche 11 stranieri (di qualsiasi
razza). Difficile aspettarsi voci fuori dal coro, perché è più facile seguire la
corrente, che difendere la verità. Ma se anche tutti vogliono rinunciare alla propria
ragione... noi no!
Possiamo anche capire che Zoro non ami il classico uh uh, che per altro,
almeno da noi, viene utilizzato per tutti gli avversari, indipendentemente dalla razza
dappartenenza. Quando però gli si esprime solidarietà poiché sè lamentato
che udendo tali cori si sente ferito e sporco, ci chiediamo se in
futuro non si esprimerà solidarietà anche a quei giocatori a cui si canta che
hanno la mamma maiala, che sono vermi, figli di
puttana, o rotti nel culo. Ci chiediamo se Zoro, udendo al posto del
classico uh uh un altro tipo di coro particolarmente offensivo, magari sui
suoi famigliari (come capita a tanti nostri connazionali da decenni), potrà ancora avere
il potere di sospendere una partita, alla faccia di chi è in campo e sugli spalti. Che
sia un diritto riservato ai giocatori di colore? Strano che nessuno abbia mai espresso
solidarietà a chi sè sentito cantare che ha la mamma baldracca... Forse perché
non faceva notizia, trattandosi ditaliani. Forse perché non era sufficiente per
imbastire una campagna giornalistica ipocrita, che da una parte fa felici i benpensanti e
dallaltra permette di santificare le nuove norme anti-tifoso, chiedendone
addirittura unulteriore inasprimento.
Se domenica prossima, un giocatore italiano, sentendosi dare del figlio di
troia, dovesse sospendere la partita perché ferito da tale ignominia,
che accadrà? Se domenica prossima, un giocatore italiano, sentendo che la sua città
viene mandata affanculo si sentisse talmente ferito da voler
sospendere la partita, che accadrà?
Ricordiamoci che, oltre ai cori razzisti, sono vietati tutti i cori offensivi, compresi
quelli che inneggiano alla discriminazione territoriale.
Questa strada spegne la passione e limita la libertà despressione. I cori offensivi
agli avversari sono parte della nostra tradizione. Alcuni possono anche essere infelici,
ma rientrano in un contesto ben preciso: lo stadio. Per esempio: quando si canta ad un
giocatore che sua madre pratica lamore meretricio non significa che si abbiano prove
certe di tale attività, ma è solo un modo per farlo incazzare, per provocarlo e
deconcentrarlo. Che qualcuno non labbia capito?
Trasformare le curve in platee, dove al massimo si applaude o si fischia, dove i cori
devono essere politicamente corretti, farà allontanare altra gente dallo
stadio.
Dopo tanti divieti, dopo leggi speciali anti-costituzionali, ci verranno anche a dire
quali canzoni fare e non fare? Grazie, ma non siamo un juke-box... |