Il 25 Ottobre, a Milano, Carraro,
Petrucci, Galliani e vari presidenti di Serie A e Serie B, si sono incontrati per
discutere del calo di spettatori che affligge il calcio italiano. Le ragioni di questa
flessione sono ormai evidenti a tutti: biglietti troppo cari, leggi speciali e disagi
legati ai nuovi decreti anti-violenza (norme anticostituzionali che privano i tifosi dei
propri diritti civili), anticipi e posticipi, teletrasmissione dogni incontro in tv.
Eppure, per i presidenti delle società, così come per i vertici del calcio italiano, il
problema è unaltro: gli stadi italiani, accusati dessere obsoleti, scomodi,
privi di servizi e con pochi parcheggi. La soluzione: far fronte comune (prendendo esempio
dallInghilterra) inducendo il potere politico a formulare leggi che facilitino i
finanziamenti per la costruzione di nuovi impianti e che consentano alle società di
assumere la proprietà degli stessi. Non per niente il Ministro degli Interni ha già
provveduto a correggere la definizione legislativa di complesso
sportivo, che oggi comprende anche il complesso sportivo
multifunzionale: Complesso sportivo comprendente spazi destinati ad altre
attività, diverse da quella sportiva, caratterizzato da organicità funzionale,
strutturale ed impiantistica.
Questa la formula, secondo loro, per aumentare i ricavi e per ridurre al contempo i prezzi
dei biglietti.
Neppure una parola in merito allingerenza delle tv, alla teletrasmissione di ogni
incontro, allo svolgimento della B al Sabato, ad anticipi e posticipi, e sulle norme
legislative che criminalizzano il tifoso. Come mai? Possibile ignorare completamente
questi argomenti quando loggetto della discussione dovrebbe essere il calo degli
spettatori negli stadi? Si nascondono dietro certi argomenti nel tentativo di
tranquillizzare lopinione pubblica, mentre operano al fine di trovare nuove fonti di
guadagno che andranno inevitabilmente a penalizzare il tifoso. Proprio per questo non
parlano mai di tv, perché nessuno vuole ridurre il proprio tornaconto che deriva dalla
cessione dei diritti televisivi.
Sispirano al modello inglese e vogliono farci credere che la creazione
di nuovi impianti polifunzionali (post-stadi) consentirà di ridurre il prezzo del
biglietto al botteghino, giacché parte dei profitti deriveranno dalle mille attività
commerciali che andranno a comporre la struttura. Ma proprio lInghilterra, dove
tutto questo è realtà già da anni, dimostra la falsità di questa tesi. I prezzi dei
biglietti in Inghilterra sono i più cari di tutta Europa (anche 70 Euro per una curva).
Questo perché, per rendere produttive tali strutture è necessario dare accesso solo a
chi ha buone possibilità di spesa. Il prezzo elevato dellingresso diventa così
utile per praticare una spietata selezione economica. |