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La soluzione di FIGC e Lega Calcio: Via gli stadi

08 - 10 - 2005

Gli Ultras, da tanto tempo, lamentano l'eccessivo costo dei biglietti. Su questo tema sono state organizzate vere e proprie campagne, per cercare di sensibilizzare gli altri tifosi e l'opinione pubblica in generale. In merito ricordiamo, per esempio, la protesta di Movimento Ultras di Gennaio, a cui aderimmo come Gruppo, esponendo striscioni in Nord e astenendoci dal tifare per i primi minuti della partita.
Le nostre proteste, le nostre ragioni, le nostre considerazioni, sono sempre state ignorate, almeno fino ad oggi. Da qualche giorno, "stranamente", proprio i responsabili del "caro-biglietti" hanno iniziato a denunciare questo problema. Che Galliani e Carraro abbiano visto la luce sulla strada per Damasco? Difficile crederlo. Infatti, ecco cosa dice esattamente Carraro: "Praticare prezzi da ristoranti superlussuosi per posti che fanno appena intravedere la partita non mi sembra accettabile". In parole povere: per ora non ci sono le strutture che giustificano prezzi così elevati. A questo punto insorge in noi un dubbio: non è che vorranno costruire tali strutture per praticare certi prezzi e destinarle solo a chi può permettersi prezzi da capogiro? Sicuramente sì. E infatti così continua il presidente della Federcalcio: "Il calcio ha bisogno di stadi appassionati. Per raggiungere l'obiettivo dobbiamo, nel medio-lungo periodo, migliorare con la repressione e la prevenzione la sicurezza e costruire stadi per il calcio perché una cosa è vedere una partita, altra cosa è appena intravederla. Nel frattempo, però, bisogna invogliare la gente con prezzi appetibili". Quindi: sì alle leggi speciali che sospendono i diritti civili ad Ultras e tifosi, e via alla costruzione di nuovi impianti (post-stadi) che garantiscano una migliore visibilità, dove sarà legittimo imporre prezzi da ristorante superlusso.
Adriano Galliani, presidente della Lega Calcio Professionisti, ritiene che il problema principale non sia neppure nel caro-biglietti attuale, quanto nella conformazione degli impianti, che gli fanno ritenere che "quando saranno senza pista d'atletica la gente tornerà". Una tesi alquanto balzana, giacché sono proprie le Curve, quelle porzioni di stadio generalmente lontane dal campo (quando c'è la pista d'atletica), a risultare i settori più frequentati, nonostante offrano sempre (essendo dietro ad una delle porte) una visibilità ridotta. Non solo, ma anche dove la pista d'atletica non c'è già, i dati mostrano un calo delle affluenze rispetto alle ultime stagioni.
Lo stesso Galliani ha anche più volte imputato agli stadi italiani un'assoluta mancanza di "confort", responsabile, a suo dire, dell'allontanamento dei tifosi. Anche questa tesi non ha fondamento alcuno. I dati, infatti, mostrano un vertiginoso calo degli spettatori, nonostante il costante ammodernamento degli stadi italiani. L'introduzione dei posti a sedere, la creazione di nuove aree di ristoro e la copertura d'interi settori, non sono serviti ad d'incentivare maggiori presenze. Stando ai dati (e non alle "sensazioni" interessate di tali personaggi) gli impianti del passato, nonostante fossero meno confortevoli erano molto più pieni. L'esatto contrario di quello che vorrebbero farci credere.
Ma esattamente cosa vogliono costruire? E soprattutto: perché?
In passato si valutava la creazione di un nuovo stadio solo quando la capienza del vecchio impianto si rivelava del tutto insufficiente. Oggi non c'è più questo problema. Non lo diciamo noi, lo dicono le statistiche: in Serie A, stagione 2005/06, gli impianti si riempiono mediamente al 50% della capienza, in Serie B al 26%.
FIGC e Lega concordano da anni sulla trasformazione degli stadi (che spariranno) in impianti polifunzionali. Ovvero nuove strutture dove concentrare anche attività culturali e commerciali. Ristoranti, negozi, centri commerciali, cinema, alberghi dotati di salotti e di camere da cui vedere comodamente la partita (anche stando a letto). Fantascienza? No, quello che accade, ormai da anni, nella tanto invidiata (almeno da qualcuno) Inghilterra.
Lo stadio, luogo d'aggregazione popolare e soprattutto giovanile, tradizionalmente frequentato anche dai meno abbienti, verrà trasformato in qualcosa di completamente diverso, esclusivo, riservato a chi potrà pagare prezzi da capogiro (che a quel punto, stando alle dichiarazioni di Carraro, potrebbero essere giustificati).
Perché tutto questo? Perché la costruzione di nuovi impianti permetterà affari per miliardi di Euro. Perché la maggior parte degli introiti della società derivano dai diritti tv e non più dagli stadi esauriti. Perché si vuole sostituire lo stadio con qualcosa di più redditizio. Perché all'Ultras e a al tifoso accanito si preferisce il cliente agiato, che non va in trasferta, che non canta, che non sventola la bandiera, ma... che ha il portafoglio gonfio.

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