BOYS PARMA 1977

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Nessuna coreografia...

24 - 09 - 2005

Curva Nord di PARMA, stagione 2002/03, partita PARMA-JuventusPisanu ed i suoi decreti ce le porteranno via. E' senza ombra di dubbio questa la frase che può sintetizzare al meglio lo stato d'animo che oggi accompagna i ragazzi del Gruppo. Infatti, come ormai accade da anni, è diventata abitudine che per l'incontro casalingo di campionato contro la Juventus (una delle poche partite che ancora riesce a richiamare il grande pubblico a PARMA) i ragazzi dei BOYS allestiscano una delle tante coreografie che sempre destano entusiasmo fra gli spettatori presenti allo stadio, e in particolare quelli della Curva Nord. Ma quest'anno a causa dei nuovi decreti che si stanno abbattendo non soltanto sugli Ultras ma anche sui comuni tifosi, allo scopo di ostacolare la presenza dei gruppi organizzati all'interno degli stadi, si è resa impossibile la realizzazione di una coreografia in breve periodo di tempo. Forse non tutti sono al corrente che oltre alle numerose innovazioni poste allo scopo di influenzare la vita del tifoso all'interno dello stadio e renderla sempre meno piacevole e controllata, come le odiate telecamere a 360 gradi che ci rendono sempre meno liberi di vivere lo stadio da Ultras, privandoci di torce e fumogeni che da sempre hanno caratterizzato l'aspetto coreografico negli stadi di tutta Italia, l'Ultras viene privato anche delle proprie più classiche abitudini al di fuori dello stadio, dove viene svolta l'attività organizzativa del gruppo. Come Gruppo non possiamo astenerci dal ribadire le difficoltà incontrate nel dover far fronte all'emissione dei biglietti nominali per le trasferte, che oltre a violare la legge della privacy (che quando si parla dei tifosi viene dimenticata), rallentano l'intera attività organizzativa costringendoci a dover posticipare le cose nel tempo. Questo è solo uno dei tanti sistemi posti allo scopo di cambiare il modo di andare allo stadio in Italia, volendo prendere spunto dal tanto pubblicizzato modello inglese di cui sentiamo parlare nelle televisioni nazionali per mezzo di giornalisti ipocriti e finti cronisti sportivi che sempre di più cercano di strumentalizzare e prendere per capro espiatorio la figura dell'Ultras, identificato come male principale del nostro calcio, tralasciando poi quelli che tutti sanno essere i veri problemi del calcio italiano, fatto di false fideiussioni, bilanci sporchi e presidenti che girano con valigette da 200 mila Euro. Per quanto riguarda il modello inglese (che ha fatto innamorare i giornalisti di tutta la penisola) credo sia opportuno ribadire che il "problema" degli hooligans non è stato risolto, visto che gli scontri tra le tifoserie continuano a verificarsi in zone distanti dalle aree adiacenti allo stadio... perché, questo, il ministro Pisanu e i giornalisti non ce lo dicono?
Ricordo ancora le prime volte che venivo allo stadio accompagnato da mio padre, mi soffermavo, durante la partita, a fissare la parte più attiva del tifo, fatta di bandire, torce e cori che la rendevano affascinante e unica in quanto non visibile attraverso un televisore. Un domani, se il sistema calcio continuerà a percorrere questa strada ciò non sarà più possibile, lo stadio sarà costituito unicamente di posti a sedere, spoglio di bandiere privo di striscioni e circondato da negozi e supermercati all'insegna di un calcio business che all'ULTRAS non appartiene. Già con l'attuazione, all'inizio di questa stagione, dei decreti ideati personalmente dal ministro Pisanu, è apparso evidente agli occhi di tutti un considerevole calo degli spettatori in tutta Italia; precisamente nelle prime due giornate di campionato gli stadi, rispetto alla passata stagione, segnano una diminuzione di cento mila spettatori, confermata dagli organi di informazione. Sembra dunque lecito domandarci perché, di fronte a una diminuzione di spettatori, le società di calcio Italiane, che per forza di cose dovrebbero registrare una diminuzione degli incassi, non abbiano ancora sporto le proprio lamentele nei confronti di queste nuove leggi speciali. La risposta, molto probabilmente, sta nel fatto che le società calcistiche preferiscono privarsi dei propri tifosi piuttosto che perdere anche solamente una piccola porzione di diritti televisivi, che non trasmetteranno la stessa passione che può offrire un semplice tifoso di calcio allo stadio con sciarpa al collo e bandiera in mano che canta per novanta minuti, ma coprono (in buona parte) quei debiti accumulati nel corso del tempo da presidenti e manager incompetenti che con il calcio non hanno nulla da spartire.
D'innanzi a questa assurda situazione che sta trasformando il nostro calcio, quello che da bambini abbiamo incominciato a conoscere, in una qualunque forma di investimento per imprenditori estranei al gioco del pallone, non possiamo far altro che sentirci traditi da una società e un sistema calcistico che vuole di privarsi di NOI che per la nostra squadra maciniamo chilometri; NOI che anche sotto la pioggia e col risultato a sfavore non cessiamo mai di cantare; NOI che quando si tratta di difendere ed onorare la nostra città e i nostri colori non ci tiriamo mai indietro; NOI che andiamo fieri di indossare la maglietta col simbolo del gruppo; NOI che crediamo ancora che i nostri cori e le nostre bandiere possano spingere la squadra alla vittoria; NOI che sacrifichiamo tutto per portare il nostro striscione in giro per l'Italia e l'Europa; NOI che malgrado tutto e tutti continuiamo ancora ad urlare "ULTRAS LIBERI".
NON CI TOGLIERETE MAI IL NOSTRO FOOTBALL!! CON IL PARMA NEL BENE E NEL MALE!!

BOYS PARMA 1977

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