Pisanu ed i suoi decreti ce le
porteranno via. E' senza ombra di dubbio questa la frase che può sintetizzare al meglio
lo stato d'animo che oggi accompagna i ragazzi del Gruppo. Infatti, come ormai accade da
anni, è diventata abitudine che per l'incontro casalingo di campionato contro la Juventus
(una delle poche partite che ancora riesce a richiamare il grande pubblico a PARMA) i
ragazzi dei BOYS allestiscano una delle tante coreografie che sempre destano entusiasmo
fra gli spettatori presenti allo stadio, e in particolare quelli della Curva Nord. Ma
quest'anno a causa dei nuovi decreti che si stanno abbattendo non soltanto sugli Ultras ma
anche sui comuni tifosi, allo scopo di ostacolare la presenza dei gruppi organizzati
all'interno degli stadi, si è resa impossibile la realizzazione di una coreografia in
breve periodo di tempo. Forse non tutti sono al corrente che oltre alle numerose
innovazioni poste allo scopo di influenzare la vita del tifoso all'interno dello stadio e
renderla sempre meno piacevole e controllata, come le odiate telecamere a 360 gradi che ci
rendono sempre meno liberi di vivere lo stadio da Ultras, privandoci di torce e fumogeni
che da sempre hanno caratterizzato l'aspetto coreografico negli stadi di tutta Italia,
l'Ultras viene privato anche delle proprie più classiche abitudini al di fuori dello
stadio, dove viene svolta l'attività organizzativa del gruppo. Come Gruppo non possiamo
astenerci dal ribadire le difficoltà incontrate nel dover far fronte all'emissione dei
biglietti nominali per le trasferte, che oltre a violare la legge della privacy (che
quando si parla dei tifosi viene dimenticata), rallentano l'intera attività organizzativa
costringendoci a dover posticipare le cose nel tempo. Questo è solo uno dei tanti sistemi
posti allo scopo di cambiare il modo di andare allo stadio in Italia, volendo prendere
spunto dal tanto pubblicizzato modello inglese di cui sentiamo parlare nelle televisioni
nazionali per mezzo di giornalisti ipocriti e finti cronisti sportivi che sempre di più
cercano di strumentalizzare e prendere per capro espiatorio la figura dell'Ultras,
identificato come male principale del nostro calcio, tralasciando poi quelli che tutti
sanno essere i veri problemi del calcio italiano, fatto di false fideiussioni, bilanci
sporchi e presidenti che girano con valigette da 200 mila Euro. Per quanto riguarda il
modello inglese (che ha fatto innamorare i giornalisti di tutta la penisola) credo sia
opportuno ribadire che il "problema" degli hooligans non è stato risolto, visto
che gli scontri tra le tifoserie continuano a verificarsi in zone distanti dalle aree
adiacenti allo stadio... perché, questo, il ministro Pisanu e i giornalisti non ce lo
dicono?
Ricordo ancora le prime volte che venivo allo stadio accompagnato da mio padre, mi
soffermavo, durante la partita, a fissare la parte più attiva del tifo, fatta di bandire,
torce e cori che la rendevano affascinante e unica in quanto non visibile attraverso un
televisore. Un domani, se il sistema calcio continuerà a percorrere questa strada ciò
non sarà più possibile, lo stadio sarà costituito unicamente di posti a sedere, spoglio
di bandiere privo di striscioni e circondato da negozi e supermercati all'insegna di un
calcio business che all'ULTRAS non appartiene. Già con l'attuazione, all'inizio di questa
stagione, dei decreti ideati personalmente dal ministro Pisanu, è apparso evidente agli
occhi di tutti un considerevole calo degli spettatori in tutta Italia; precisamente nelle
prime due giornate di campionato gli stadi, rispetto alla passata stagione, segnano una
diminuzione di cento mila spettatori, confermata dagli organi di informazione. Sembra
dunque lecito domandarci perché, di fronte a una diminuzione di spettatori, le società
di calcio Italiane, che per forza di cose dovrebbero registrare una diminuzione degli
incassi, non abbiano ancora sporto le proprio lamentele nei confronti di queste nuove
leggi speciali. La risposta, molto probabilmente, sta nel fatto che le società
calcistiche preferiscono privarsi dei propri tifosi piuttosto che perdere anche solamente
una piccola porzione di diritti televisivi, che non trasmetteranno la stessa passione che
può offrire un semplice tifoso di calcio allo stadio con sciarpa al collo e bandiera in
mano che canta per novanta minuti, ma coprono (in buona parte) quei debiti accumulati nel
corso del tempo da presidenti e manager incompetenti che con il calcio non hanno nulla da
spartire.
D'innanzi a questa assurda situazione che sta trasformando il nostro calcio, quello che da
bambini abbiamo incominciato a conoscere, in una qualunque forma di investimento per
imprenditori estranei al gioco del pallone, non possiamo far altro che sentirci traditi da
una società e un sistema calcistico che vuole di privarsi di NOI che per la nostra
squadra maciniamo chilometri; NOI che anche sotto la pioggia e col risultato a sfavore non
cessiamo mai di cantare; NOI che quando si tratta di difendere ed onorare la nostra città
e i nostri colori non ci tiriamo mai indietro; NOI che andiamo fieri di indossare la
maglietta col simbolo del gruppo; NOI che crediamo ancora che i nostri cori e le nostre
bandiere possano spingere la squadra alla vittoria; NOI che sacrifichiamo tutto per
portare il nostro striscione in giro per l'Italia e l'Europa; NOI che malgrado tutto e
tutti continuiamo ancora ad urlare ULTRAS LIBERI.
NON CI TOGLIERETE MAI IL NOSTRO FOOTBALL!! CON IL PARMA NEL BENE E NEL MALE!!
|