Come è già successo domenica scorsa a
Verona, contro il Chievo, anche oggi porteremo avanti la nostra protesta contro i
biglietti nominali, restando fuori dalla Curva per i primi quindici minuti di gioco. Chi
è stato con noi in trasferta al Bentegodi ne ricorderà il clima surreale: uno stadio che
sembrava un campo da tennis, senza le emozioni che una curva sa regalare. Per noi che non
siamo entrati la sofferenza è stata doppia, ci siamo privati di un piacere importante,
proprio mentre il PARMA in campo aveva bisogno, subendo il gol partita. Il nostro segnale
era rivolto a sensibilizzare tutti gli addetti ai lavori del mondo calcio, i semplici
tifosi, i dirigenti, i giocatori, i giornalisti ecc. Infatti, se da una parte abbiamo
sentito molto ipocrisia sullargomento, dallaltra non abbiamo riscontrato
alcuna forma d'opposizione da parte delle componenti del calcio, nonostante i disagi che
questo decreto sta provocando. Abbiamo visto dati allucinanti riferiti alle presenze negli
stadi di serie A, diminuite di circa 100.000 spettatori nelle prime due giornate di
campionato rispetto all'anno scorso, ma non abbiamo sentito nessun presidente
lamentarsi
Ci sono stati problemi di ordine pubblico in vari stadi dItalia,
causa le code interminabili ai botteghini, ma nessuno ha evidenziato il problema su
giornali e tv, anzi
Il segnale che vogliamo lanciare vuole essere una simulazione
del modello inglese, trasportato nel calcio italiano, senza la componente del tifo
organizzato, scomodo perché antagonista di un calcio violentato nella sua natura, a
favore di un business dilagato grazie allavvento delle televisioni.
Concludiamo rivolgendo un messaggio a chi non se la sente di star fuori con noi ma
preferisce entrare per assistere alla partita: vi chiediamo di astenervi dal tifare, al
fine di risaltare, con il vostro silenzio, la nostra protesta. |