La violenza negli stadi

14 - 11 - 2004

Ancora una volta ci troviamo davanti, con tono trionfale, le solite statistiche emerse dal rapporto sulla violenza negli stadi redatto dall'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Viminale. Questi signori, primi tra tutti il sociologo Marinelli, continuano ad incensare le loro leggi speciali, facendo credere che stanno risolvendo con successo il problema della violenza negli stadi. Ecco le loro statistiche: "nell'ultimo anno il numero degli incidenti dentro e fuori gli stadi è diminuito del 30%. Negli stadi italiani migliora il clima tra gli Ultras e le forze dell'ordine. Il numero dei tifosi rimasti feriti nella scorsa stagione (2003/2004) è di oltre il 40% in meno rispetto al campionato precedente, mentre i feriti tra le forze dell'ordine sono diminuiti del 25% e le denunce sono scese del 3%. Gli arresti sono stati 335, in linea con i 336 effettuati nel campionato precedente." È quanto emerso dai lunghi studi effettuati dall' osservatorio. Probabilmente da questa situazione non dovrebbero trovare nulla di cui vantarsi, visto che di fronte ad una diminuzione dei feriti e degli scontri stessi (praticamente dimezzati secondo i loro studi) non sono assolutamente diminuiti gli arresti e le denunce: anche questi dati sarebbero dovuti diminuire di fronte al dimezzarsi dei reati, invece restano costanti... Quello che secondo noi emerge, invece, è il cambiamento d'atteggiamento delle forze dell'ordine, con un modo di agire che tende più a reprimere e a punire chi si rende protagonista di fatti violenti, piuttosto che cercare in precedenza di prevenire, per far si che non si creino i presupposti perché certe situazioni possano accadere. Naturalmente chi sta in poltrona certe faccende non le vive, ma chi frequenta gli stadi avrà certamente notato la presenza meno opprimente delle forze dell'ordine, l'unica cosa buona fatta da loro. Vi ricordate le prime trasferte a Napoli o Roma dove si verificavano spesso incidenti con gli sbirri? Questi avevano il vizio (o l'ordine...) di creare un cordone mezzo metro davanti ai tifosi della fila più in basso; bastava la minima cosa, un goal, una bandiera sventolata o un po' d'acqua distrattamente versata, per scaldare i manganelli e le manie repressive di quei bastardi con le tute blu, che non vedevano l'ora di menare i vari Ultras di turno... chi c'è stato sicuramente ricorderà.
Purtroppo sono anche diminuiti i controlli ai caselli e le perquisizioni agli ingressi degli stadi, il tutto per dare modo agli stupidi di agire pensando di farla franca, per poi intervenire quando il fatto è già successo, andando così ad incrementare la casella degli arresti, per fare statistiche di cui vantarsi... pensando di avere risolto il problema.
A noi non resta che esprimere tutta la nostra solidarietà a quella migliaia di ragazzi colpiti dalla diffida, costretti a firmare nelle questure, quando la loro squadra del cuore gioca, il lunedì, il martedì, il mercoledì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica: questi ragazzi pagano continuamente la repressione con la quale il nostro stato risponde alle urla di ribellione che si alzano dalle CURVE, l'unica parte della nostra società malata, dove valori come l'aggregazione, l'amicizia ed il rispetto hanno ancora un senso per chi crede e vive secondo l'IDEALE ULTRAS.
Per finire il nostro pensiero non può scordare quelli che per la propria squadra del cuore hanno dato la vita, soprattutto le vittime della repressione spesso dimenticate dai vari speciali dedicati alla violenza negli stadi: Maurizio Aliberti, Celestino Colombi, Antonino Currò, Antonio De Falchi, Sergio Ercolano, Nazareno Filippini, Marco Fonghessi, Stefano Furlan, Salvatore Moschella, Vincenzo Paparelli, Claudio Vincenzo Spagnolo, i quattro ragazzi di Salerno e le trentanove vittime dell'Heysel.
RISPETTO PER GLI ULTRAS!!!