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Osservazioni e nuove proposte per la violenza negli stadi

14 - 06 - 2005

Gli episodi di violenza ed estrema politicizzazione dentro e fuori gli stadi di questi ultimi giorni hanno riaperto l'acceso ed evidentemente ciclico dibattito sulla sicurezza negli stadi. Si tratta di avvenimenti che non possono chiaramente trovare alcuna giustificazione, consci che in alcuni casi poco hanno a che fare con la cultura popolare del tifo organizzato e che del resto sicuramente non contribuiscono in alcun modo alla sua salvaguardia.
Le richieste levatesi da più parti per un inasprimento delle norme e delle sanzioni, tuttavia, contrastano ancora una volta con i proclami di soddisfazione da parte delle Istituzioni, risalenti solo a qualche mese fa, riguardo all'efficacia della nuova legge speciale che aveva, tra la altre cose, introdotto una norma straordinaria e discutibile quale la flagranza differita alle 36 ore. Ciò dimostra ancora una volta quanto le politiche legislative in questo campo non abbiano prodotto alcun risultato reale nel corso degli anni.
Auspichiamo quindi che lo stato di emergenza attuale induca, una volta tanto, ad una riflessione più profonda, che non si limiti a ripercorrere strade già battute, fatte di leggi speciali e ondate repressive. Riteniamo che i tempi siano maturi per intraprendere un nuovo percorso, in cui le Istituzioni ed i vertici del sistema calcistico si possano confrontare con il mondo del tifo organizzato e con coloro che operano in questo ambito. Aprire un tavolo di discussione trasversale, quindi, in cui ripensare la gestione della sicurezza negli stadi italiani senza limitarsi a facili quanto inapplicabili generalizzazioni, rincorrendo il cosiddetto modello inglese, ma ragionando finalmente sulla possibile creazione di un modello realmente "italiano", che accolga i migliori aspetti delle varie esperienze europee, quali ad esempio quella tedesca o olandese, e che soprattutto rifletta sulle peculiarità e sulla complessità di tale fenomeno sociale in Italia, per poi lavorare insieme, ad esempio, sulle tanto auspicate modifiche agli stadi.
Ci rendiamo conto che si tratta di un percorso lungo e complesso, che vedrà levarsi voci contrarie da una parte e dall'altra e che comunque non potrà prescindere da sanzioni e provvedimenti giudiziari, posto che questi siano motivati e non indiscriminati. Ma siamo anche certi, lo dimostrano le statistiche e le altre realtà europee, che questo sia l'unico percorso possibile per una reale soluzione del problema.

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