BOYS PARMA 1977

Ultras Liberi

Ultras Liberi / Movimento Ultras

Il Manifesto di Movimento Ultras

Da tempo molte tifoserie hanno preso atto che per contrastare i recenti cambiamenti del sistema calcio italiano e misure legislative sempre più repressive occorre muoversi in forme nuove e prendere una posizione unitaria decisa. La manifestazione di Brescia di aprile 2002 è stata in questo senso un primo passo importante, contribuendo a formare quel gruppo di lavoro che si è poi dato una struttura ufficiale sotto il nome di Movimento Ultras. Movimento Ultras è una rete informale che riunisce sotto un'unica sigla numerose tifoserie, tra loro spesso storicamente rivali, per portare avanti cause e battaglie comuni. Movimento Ultras è aperto a tutti coloro che vogliono entrare a farne parte condividendone le finalità. Le problematiche che investono Ultras e tifoserie organizzate sono infatti in larga parte comuni a tutte le realtà, tanto da rendere necessaria una presa di coscienza per superare le rivalità in nome di una pressante necessità di sopravvivenza. Non esistono quindi chiusure o barriere nei confronti di alcuna realtà, volendo anzi cercare di estendere la partecipazione quanto più possibile.
La manifestazione di Milano del 22 giugno 2003, con la partecipazione di 72 tifoserie, seguita poi da altre due iniziative estive fuori dalla Lega Calcio e in occasione di Italia-Galles, è stata il primo successo ufficiale di Movimento Ultras (ricordiamo inoltre che nell'aprile del 2003 si è svolta a Roma un'altra manifestazione che ha portato in strada numerose tifoserie).
Anche in questa stagione comunque i contatti sono proseguiti serrati, culminando in un seminario di due giorni a dicembre 2003 in cui si sono analizzate dettagliatamente le tematiche su cui fondare un programma ufficiale.
Quali sono quindi gli obiettivi principali che si pongono le tifoserie che aderiscono a Movimento Ultras? Da un lato quello di portare avanti iniziative che possano contribuire ad un miglioramento del sistema calcio (lo sport che noi amiamo) ed alla salvaguardia del tifo organizzato e della cultura Ultras in Italia, dall'altro quello di indurre un profondo ripensamento, nelle istituzioni, nei media e nell'opinione pubblica, sui provvedimenti legislativi in merito al tifo e alla violenza negli stadi.

- La nostra piattaforma -

- PRIMO TEMPO: "Il sistema calcio italiano"
Una società di calcio è patrimonio sociale, culturale ed affettivo della comunità cui appartiene e dei propri tifosi, non semplice impresa economica di coloro che ne sono temporaneamente proprietari". Per risolvere i problemi di un sistema calcio ormai allo sbando, succube del business sfrenato e lontano dalle esigenze dei tifosi, Movimento Ultras, dopo un consapevole e attento confronto, rafforza la sua protesta proponendo una piattaforma rivendicativa basata sui seguenti principi.

IL CALCIO E' PASSIONE, NON SPECULAZIONE

1) Poiché il successo di questo sport - che ha permesso a molti di arricchirsi e/o di diventare famosi - è merito dei tifosi, noi esigiamo di essere rispettati e di poter influire attivamente sulle scelte che condizionano questo mondo. Pretendiamo quindi di prendere parte a tutte quelle decisioni che vertono sui cambiamenti della struttura del sistema calcio. Per queste ragioni:
- RIVOGLIAMO LA NOSTRA DOMENICA -
Chiediamo di ripristinare la contemporaneità di tutte le partite di campionato (domenica, ore 15.00), per favorire una maggiore regolarità del campionato, eliminando così le conseguenze legate alla possibilità di conoscere già il risultato di una diretta concorrente ed incrementando il pubblico allo stadio adeguandosi alle esigenze ed ai diritti del tifoso/lavoratore. Così facendo si tornerebbe a rispettare il diritto dei tifosi lavoratori di poter assistere alle partite della propria squadra di calcio nel giorno ideale.
Vogliamo inoltre che l'acquisto dell' abbonamento annuale sia legato ad un calendario stagionale già definito dettagliatamente in modo che i possessori del tagliando non perdano il diritto di vedere tutte le partite che hanno pagato.
- VOGLIAMO UNO STADIO A MISURA DI TIFOSO, NON DI CONSUMATORE -
Lo stadio per noi è fonte di aggregazione, di confronto e di socializzazione. Siamo contro le logiche di disgregazione che vogliono trasformare gli stadi in centri commerciali e le curve degli stessi in salotti televisivi con posti obbligatoriamente a sedere: ciò distruggerebbe l'attuale cultura del tifo italiano, trasformando i futuri tifosi in passivi consumatori di un prodotto sempre più costoso, meno reale e più virtuale. Accettiamo invece la logica dello stadio fruibile tutta la settimana, ma non con finalità commerciali, bensì di promozione di attività sportive e sociali accessibili a tutti i cittadini.
- NO AL PROGETTO SUPERLEGA -
Siamo contrari ad una Superlega italiana disegnata per fini esclusivamente economici, con la chiara volontà di farvi entrare solo quelle squadre che hanno un consistente bacino di possibili consumatori. Siamo, invece, per promozioni e retrocessioni guadagnate o perse sul campo, non attraverso decisioni prese nella stanza dei bottoni e/o nelle aule giudiziarie.
- NO AL CARO PREZZI -
Assurdamente finalizzato a limitare le presenze allo stadio e soprattutto a scoraggiare le trasferte, favorendo invece sempre più le pay-tv e i "tifosi da salotto".

SALVIAMO IL CALCIO CHE AFFONDA

2) Per salvare il calcio dall'evidente fallimento della gestione attuale, Movimento Ultras si sente obbligato ad indicare alcune linee guida per uscire dalla crisi e per moralizzare un mondo ormai al collasso (poiché i punti trattati in questa parte sono anche molto tecnici - per ovviare alle mancanze dei padroni del calcio ci siamo dovuti improvvisare anche "economisti"!!! - rimandiamo ad un allegato tecnico per gli approfondimenti).
- INTRODUZIONE REGOLE UEFA SUI BILANCI IN ATTIVO -
Così si dovrebbero evitare, ad esempio, falsi ammortamenti e plusvalenze fittizie iscritte a bilancio, che tanto hanno contribuito a nascondere i veri debiti delle società calcistiche italiane.
- ABOLIZIONE ISTANTANEA DEL DECRETO SPALMADEBITI - Perché oltre ad essere un aiuto governativo che non ha precedenti in altri settori economici e ricade sulle spalle dei contribuenti (noi cittadini), viola anche le regole comunitarie sulla concorrenza tra imprese.
- RIDUZIONE DRASTICA DEGLI INGAGGI DEI GIOCATORI -
Per una gestione più sana dell'impresa-calcio il costo del lavoro deve progressivamente ridursi fino ad arrivare a circa il 50% dell'intero fatturato della società. Attualmente, in Italia, siamo intorno al 70%.
- INTRODUZIONE DEL CONTRATTO COLLETTIVO PER LA PAY TV E RIDEFINIZIONE DELLA MUTUALITA' -
Oggi, in Italia, la contrattazione singola dei diritti tv ha portato squilibri economici talmente evidenti (le prime quattro squadre di Serie A si accaparrano il 52% dei soldi) da avere ripercussioni evidenti anche sulla stessa competitività del campionato (il che non fa bene a tutto il calcio). Bisogna ripristinare una contrattazione collettiva ed una redistribuzione più equilibrata delle risorse per garantire la sopravvivenza ed un minimo di competitività anche alle squadre minori.
- RIAPPLICAZIONE DELLA NORMA SULLA PERCENTUALE DI FATTURATO DA DESTINARSI AL SETTORE GIOVANILE -
Attualmente tale norma esiste, ma rimane di fatto lettera morta per la maggior parte delle società professionistiche, danneggiando enormemente i nostri vivai.
- CREAZIONE DI UNA NORMA CHE IMPONGA DI SOSTENERE ATTIVITA' CHE SVILUPPANO UN LEGAME TRA LA SQUADRA, CITTA' E TIFOSI E/O DI CONTRIBUIRE ATTIVAMENTE ALLA LOTTA AL DOPING ED ALLA RICERCA SULLE MALATTIE AD ESSO COLLEGATE (VEDI MORBO DI GHERIG) -
Queste iniziative servono per cementare il rapporto tra squadra e comunità, ad esempio attraverso la distribuzione di biglietti omaggio nelle scuole o incontri pubblici con tifosi e giocatori sugli aspetti aggregativi del calcio e del tifo - per molte squadre medio piccole può essere l'unica strada per sopravvivere anche economicamente - o per incentivare un'anima solidale troppo in ombra nelle società professionistiche di oggi.

CAMBIAMO LE REGOLE DI QUESTO CALCIO MALATO

3) Sono necessari cambiamenti nelle stesse regole di gestione del calcio, per restituire al nostro sport una parvenza di serietà e di regolarità nei campionati da tempo perduta.
- DIVISIONE DEI RUOLI -
Divisione reale e netta delle carriere tra FIGC e Lega Calcio, per evitare che chi ha funzioni di gestione e controllo su tutta l'attività calcistica sia sempre espressione degli interessi della parte più produttiva ma anche potente del calcio, cioè la Lega (la "Confindustria del calcio"). Così non si deve poter diventare prima presidente di Lega e poi presidente di FIGC, così il presidente della Lega Calcio deve essere uomo al di sopra delle parti e non rappresentare gli interessi (o ricoprire cariche) di uno specifico club.
- AUTONOMIA REALE -
La Covisoc, l'Associazione Arbitri e l'organismo dei controlli antidoping fanno attualmente tutte capo alla FIGC che ne determina il funzionamento e ne limita l'azione. Per rendere più efficienti questi tre organismi e non incorrere più negli errori del passato (falsi in bilancio e fideiussioni finte non accertate, sudditanza psicologica, controlli antidoping all'acqua di rose) occorre renderli autonomi e slegati da tutti i gruppi d'interesse del calcio, dando loro più potere d'indagine e d'intervento di quanto fino ad oggi abbiano avuto. Chiediamo quindi l'istituzione di questi tre enti come autonomi.
- NO A CAMBIAMENTI DI REGOLE IN CORSO -
Preavviso di un anno con consultazione di tutte le parti in causa, comprese le organizzazioni dei tifosi. Il preavviso serve per decidere sulla possibilità di cambiare: le decisioni vanno però prese congiuntamente.
- NO A PIU' DI UNA SOCIETA' PROFESSIONISTICA -
Vogliamo l'introduzione di una regola che vieti ad un singolo/impresa di essere proprietario o di avere consistenti partecipazioni in più di una squadra professionistica.

- SECONDO TEMPO: "Ultras, repressione e leggi speciali"
L'introduzione della nuova legge per combattere la violenza negli stadi dimostra, ancora una volta, l'incapacità da parte dello stato di attuare una seria politica idonea a risolvere la questione. Si è ben pensato di evitare qualsiasi percorso, certamente più complesso, di strategia della prevenzione per cadere nuovamente nell'errore di proporre ed approvare leggi speciali il cui risultato è sempre stato - storicamente - quello di porre un "argine" soltanto provvisorio e mai risolutivo al problema. Un palliativo, pompato da campagne mediatiche ad hoc, per fronteggiare contingenze legate a singoli episodi di violenza. Un sonnifero per zittire l'allarme sociale che scaturisce, di volta in volta, a seguito della maniacale proposizione di determinati episodi in Tv. Non è con la repressione che si risolvono i problemi dentro e fuori dagli stadi. Le leggi speciali non hanno mai apportato alcun miglioramento. Movimento Ultras, ben sapendo che l'approccio alla base di questi "progetti legislativi" è finalizzato semplicemente ad una graduale eliminazione del tifo organizzato, componente scomoda per un sistema calcio orientato unicamente verso business, pay-tv e capitali, decide di proporsi quale soggetto attivo e propulsivo al fine di incidere sulle decisioni future che riguarderanno tutti i tifosi ma anche tutti i cittadini. Non si chiede l'impunità, sia chiaro. Si chiede tuttavia che il tifoso che commette reati sia giudicato alla stessa maniera di qualsiasi cittadino italiano e non sulla base di norme speciali che limitano e differenziano la tutela processuale e personale. Si chiede che provvedimenti come la "diffida", restrittivi della libertà personale e di movimento, libertà tutelate dalla Costituzione, siano emessi soltanto in presenza di presupposti tassativamente previsti dalla legge e non lasciati alla completa discrezionalità dei Questori. Si chiede, in generale, che lo stadio non si trasformi in una "palestra" per la "sperimentazione di tecniche di ordine pubblico" sempre meno indirizzate alla prevenzione e sempre più manovrate verso comportamenti repressivi da parte delle forze dell'ordine.
Rimandando all'allegato tecnico per un'analisi ben più approfondita e completa, Movimento Ultras si pone tra l'altro i seguenti obiettivi:
- ABOLIZIONE DELL'ARRESTO IN FLAGRANZA DIFFERITA -
Norma anticostituzionale (circostanza evidenziata anche in un documento dell'Unione Camere Penali) perché viola i principi basilari della libertà personale ed i limiti posti dall'art. 13 della Costituzione, ed applicata il più delle volte indiscriminatamente per reati non proporzionati alla gravità del provvedimento.
- MAGGIORI POSSIBILITA' DI DIFESA PER GLI IMPUTATI DI REATI DA STADIO E APPLICAZIONE DELLA "DIFFIDA" SOLO IN SEGUITO AD UNA CONDANNA DEFINITIVA -
Rendendo realmente possibile il ricorso da parte dell'indiziato e non usando le diffide come misura preventiva, in modo da evitare i sempre più frequenti casi di soggetti che, dopo aver scontato la diffida, vengono assolti in sede di giudizio.
- MAGGIORE FLESSIBILITA' NELL'OBBLIGO DI FIRMA IN SEGUITO A DIFFIDA -
Rendendo meno vessatoria la procedura, specie quando la squadra gioca in trasferta, o facilitando la possibilità per il soggetto di apporre la firma anche in commissariati diversi da quello di riferimento, senza che si riduca con ciò la sicurezza del provvedimento.
- ABOLIZIONE DEL DIVIETO DI VENDITA DI BIGLIETTI DEL SETTORE OSPITI IL GIORNO DELLA PARTITA -
Disposizione del Ministero che, soprattutto nelle categorie inferiori, non ha alcun senso pratico e può anzi favorire incidenti, creando tensione tra tifosi e forze dell'ordine e pericolose commistioni tra tifosi di squadre diverse in uno stesso settore (es.tribuna).
- REINTRODUZIONE DEI TRENI SPECIALI -
In modo da semplificare la gestione dell'ordine pubblico per le stesse autorità grazie ad una minore frammentazione del gruppo. Gli stessi sindacati di Polizia si sono espressi a favore di tale provvedimento.
- ABOLIZIONE DELLE NUOVE SANZIONI PER INTRODUZIONE E UTILIZZO DI FUMOGENI E ALTRI AGGEGGI PIROTECNICI -
Sanzioni da applicare solo quando l'utilizzo comporti reale pericolo per l'incolumità pubblica, pericolo tra l'altro inesistente a priori per quanto concerne i fumogeni, storico strumento coreografico per le curve italiane.
- RIDUZIONE DELLA MILITARIZZAZIONE NEGLI STADI -
Una presenza meno invasiva delle forze dell'ordine, infatti, unita alla presenza di funzionari di polizia più preparati e competenti nel comprendere le dinamiche da stadio, può contribuire a ridurre la tensione presente negli stadi e di conseguenza gli incidenti tra tifosi e Polizia, oggi decisamente più frequenti rispetto agli scontri tra tifosi.
- LIMITAZIONE DELLE RESTRIZIONI ALLA LIBERTA' DI MOVIMENTO COSI' COME DELLE IDENTIFICAZIONI PREVENTIVE DURANTE LE TRASFERTE -
Troppo spesso lasciate alla discrezionalità dei funzionari di Polizia, diventano fonte anche in questo caso di tensioni spesso evitabili e sono vissute dai gruppi organizzati in maniera esasperante.
- INTRODUZIONE DI UN CODICE INDENTIFICATIVO SULLA DIVISA E SUL CASCO DELLE FORZE DELL'ORDINE -
Allineandosi così alla maggior parte dei paesi europei.
- INTRODUZIONE DI MISURE DI CARATTERE SOCIALE OLTRE A QUELLE REPRESSIVE -
Così da tendere prima di tutto alla prevenzione, attraverso nuove forme di dialogo tra le parti sociali in causa, mondo istituzionale compreso, e coinvolgendo l'opinione pubblica.
- CREAZIONE DI UN COORDINAMENTO LEGALE NAZIONALE -
Una lista di avvocati a disposizione di Movimento Ultras su tutto il territorio per poter intervenire immediatamente in merito ad arresti o emergenze.

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E' con queste idee, su questi temi e con questi obiettivi, che Movimento Ultras è nato e continua a muoversi in difesa del tifo organizzato italiano. La critica che portiamo avanti vuole essere finalmente ragionata e propositiva, superando così uno dei limiti più evidenti che hanno contraddistinto il fenomeno Ultras negli anni, quello di sapere solo fare opposizione e non dettare linee di condotta alternative. Siamo convinti che proponendosi in forme nuove, con un programma preciso e soprattutto unendo le forze, presentandosi come voce unica rappresentativa di molte realtà, si possa avere qualche possibilità in più per influenzare i vertici decisionali e le scelte che ci riguardano. Perché in fondo è di questo che si tratta: riuscire a farsi sentire, in un modo o nell'altro, dall'opinione pubblica, dalle istituzioni e dai media, ed esporre le proprie idee, per far sì che quel fenomeno sociale che da quasi quarant'anni riempie le curve degli stadi possa continuare a sopravvivere.
Movimento Ultras continuerà a muoversi in questo senso per organizzare iniziative e ideare nuove forme di protesta dentro e fuori gli stadi: striscioni o coreografie comuni, manifestazioni unitarie, tutto quanto possa servire per farsi sentire in maniera decisa!

A breve, infine, verrà organizzato un raduno nazionale aperto a tutti, di modo che anche quelle realtà che fino ad ora sono rimaste "alla finestra", vuoi perché dubbiose al riguardo, vuoi perché semplicemente non informate adeguatamente, potranno partecipare alla discussione e decidere se appoggiare il lavoro e le iniziative svolte o meno.

BOYS PARMA 1977

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