BOYS PARMA 1977

Ultras Liberi

Servizi Rss Ultras Liberi
Ultras Liberi
Motore di Ricerca di Ultras Liberi

Raciti e Sandri: parallelismo

29 - 01 - 2008

L'articolo che segue, a firma Anna Germoni, è stata tratto da "IMGPress".

Il Caso: Cristiano Sandri chiede giustizia per suo fratello Gabriele

Sono passati poco più di due mesi dalla morte di Gabriele Sandri a Badia al Pino, nell'aretino. Era l'11 novembre 2007, quando Gabriele Sandri, Gabbo per gli amici, 28enne romano, noto dj della Capitale e tifoso della Lazio, viene centrato in pieno collo a bordo della sua auto, una Renault Megane, ferma nell'area di sosta dell'autogrill di Arezzo lungo l'A1, da un colpo di pistola, sparato dall'altra parte della carreggiata dell'autostrada da Luigi Spaccatorella, agente della Stradale. L'inchiesta va avanti, anche nel silenzio dei media. Secondo quelle che erano le previsioni i periti nominati dal Procuratore di Arezzo dovrebbero consegnare tra pochi giorni le relazioni. Gli accertamenti disposti dal magistrato erano stati affidati a Domenico Compagnini dell'Università di Catania, che eseguirà la perizia balistica, e a Paolo Russo di Ferrara, che avrà il compito della perizia topografica. L'attesa è grande: da una parte ci sono i genitori del ragazzo che invocano tempi rapidi e giustizia; dall'altro il poliziotto, accusato di omicidio volontario. L'agente è a casa. Ufficialmente "non idoneo" al servizio. Di fatto in malattia. Ma secondo fonti vicine ad ambienti giudiziari di Arezzo, trapelano alcune novità: la perizia balistica sul proiettile potrebbe rivelare tracce "compatibili" con una deviazione. Questa ipotesi, se confermata, avvalorerebbe la dichiarazione dell'agente Luigi Spaccatorella che ha sempre dichiarato: "Il colpo è partito accidentalmente mentre correvo". Cristiano Sandri, fratello della vittima, è un fiume in piena. Acclama a gran voce giustizia giusta. E a IMGPress, non ha paura di dire ciò che pensa: "Già, parliamo di perizie e di accertamenti tecnici: questo signore, questo agente, ha avuto la voglia di sparare. Per quanto riguarda la tesi della deviazione della pallottola, l'unica che potrà sostenere la difesa. Bene, gli accertamenti che sono stati depositati riguardano gli elementi chimici rinvenuti sul proiettile per vedere appunto se ha toccato qualche colpo estraneo prima di uccidere Gabriele. Dalla relazione del consulente del pubblico ministero, quindi non il nostro, emerge che non ci sono elementi possano indicare l''impatto con un corpo diverso. Noi questa relazione l''avevamo in mano da venti giorni, ma ci dicevamo: "Ora se ne occuperà la stampa, adesso arriverà la televisione, invece silenzio. E' come se non fosse successo nulla. Dimenticati da tutti." Perché se ne parla poco? "La discriminante è la divisa. Il fatto che ci fossero di mezzo le istituzioni in un delitto talmente grave, così grave. Hanno cercato di nasconderlo. Di salvare il salvabile. Ma non c'era più niente da salvare. Hanno fatto emergere un'immagine distorta di quello che era accaduto, hanno parlato di terrorismo. Ora c'è silenzio. Un silenzio assordante. E' stato un atto di volontà di uno scellerato, di un delinquente, come ha avuto modo di dire il procuratore capo di Arezzo, non io. Non voglio generalizzare, capiamo bene che non tutti gli ambienti sono uguali, che ogni categoria ha i suoi interpreti. Proprio per questo chi ha sbagliato deve pagare. Abbiamo avuto la visita del capo della polizia, il dottor Manganelli, che ha ammesso la responsabilità del poliziotto. Invece questo signore è a libero. Tutti quanti si sono sbrigati a dire, giustificando col ritornello "l'inquinamento della prova, reiterazione del rato, pericolo di fuga... non ci sono gli estremi per..." Beh... per l'inquinamento della prova non è stato detto nulla sul fatto che la zona in cui ha sparato il poliziotto non è stata posta sotto sequestro. Sono stati sparati due colpi. Caso strano ne è stato rinvenuto solo uno: quello che ha sparato in aria, e non quello che ha raggiunto mio fratello! Per quanto riguarda la reiterazione del reato, uno che prende un'arma e spara con questa facilità... si può immaginare anche che un giorno esca di casa e dia una bastonata in testa a qualcuno. Ecco, facciamolo qui il parallelismo con il caso del povero ispettore Raciti dove il minore indagato è stato raggiunto dalla custodia cautelare. E non c'entrava. "La legge è uguale per tutti", c'è scritto sui banchi delle aule di giustizia. Dovrebbe. E dovrebbe far riflettere... E per il reato di cui si è macchiato questo individuo, il codice penale prevede 21 anni di carcere. Non un giorno di meno".

BOYS PARMA 1977

Curva Nord Matteo Bagnaresi Rispetto per noi che ci siamo Ultras Liberi Minoranza Rumorosa Diffidati BOYS