Calcio: biglietti cari e si gioca troppo
14 - 12 - 2007
L'articolo che segue è tratto da "La Repubblica" del 10 dicembre 2007.
Campana: "Biglietti cari e si gioca troppo"
UNA TRISTEZZA: stadi mezzi vuoti, rischia di fallire clamorosamente l'operazione lanciata ad inizio stagione. "Due milioni di tifosi in più", lo slogan di Antonio Matarrese. Ci credeva, il n. 1 della Lega Calcio: questa doveva essere la stagione della rinascita. Il ritorno in serie A di Juventus, Napoli e Genoa, dopo lo tsunami di Calciopoli, avrebbe dovuto contribuire a riempire nuovamente gli stadi. Niente da fare. Sì, sono cresciuti gli abbonati. E' vero. Ma gli spettatori-partita lo scorso anno erano calati clamorosamente sotto quota 20.000, e ora si fatica a risalire. Anche se si risale (non proprio, ndr). Pur restando lontani, lontanissimi, da certe cifre del passato: 34.000 spettatori medi nel 1991-02 e quasi 40.000 di metà anni Ottanta. Tempi ormai inavvicinabili. Il trend negativo è inarrestabile. L'ultimo week end, pur non essendoci alcune restrizioni da parte del Viminale alla trasferte, gli stadi erano vuoti: il massimo dei paganti si è avuto a Napoli, per la gara col Parma (12.767). Poi Inter-Torino (8.995) e per il resto un disastro: Livorno-Roma (2.378), Lazio-Catania (2.457), Palermo-Fiorentina (2.827), Juventus-Atalanta (2.907), Udinese-Samp (1.311), Empoli-Cagliari (786), Genoa-Siena (1.022). Una miseria. Nelle prime 11 giornate di A il numero degli spettatori, secondo i dati dell'Osservatorio, era cresciuto del 19%. Ultimamente, fra curve chiuse e tanti altri fattori, però si vedono sempre più stadi vuoti. O con larghissimi spazi. Sono diminuiti i tifosi che vanno in trasferta, questo ormai è sicuro. Di stadi vuoti si comincia a discutere, sperando che qualcuno-prima o poi-trovi i rimedi. O cerchi almeno i rimedi. "E' un fenomeno che ci deve preoccupare e deve preoccupare soprattutto chi organizza il calcio - spiega Sergio Campana, storico presidente del sindacato calciatori. Le cause sono diverse: la stagione fredda non è di certo un invito al pubblico. Poi, si giocano troppe partite e il pubblico quindi deve scegliere. C'è anche il dominio della tv, che se da una parte produce finanziamenti dall'altra non lavora per fare venire il pubblico allo stadio; e poi ci sono i provvedimenti per i quali per alcuni tifosi lo stadio è chiuso. Ho visto di recente Vicenza-Piacenza, e gli ospiti erano 11... Dobbiamo riflettere anche su questo". Queste le parole di Campana, intervenuto oggi ai microfoni de "La Politica nel Pallone-Gr Parlamento". La ricetta? "Si deve tornare a giocare di meno. Una volta la partita era la domenica e la gente sapeva che era quello il giorno designato per lo stadio. Servono quindi stadi confortevoli e bisogna rivedere i prezzi. Chi ha le responsabilità di gestire il calcio deve valutare tutte queste cose e cercare di porvi rimedio". Ma di ridurre l'area professionistica (assurde 20 squadre in A e peggio ancora 22 in B) nessuno parla. Lo stesso sindacato calciatori a parole è favorevole ma nei fatti contrario, teme di perdere potere. Se in A si vedono stadi mezzi vuoti, in B la situazione è ancora peggiore: lì il calo di spettatori è clamoroso. E non c'è nemmeno la tv. Molti club sono sull'orlo della crisi economica.
L'Agenzia delle Entrate e quell'accordo scomparso
La Figc di Franco Carraro e Francesco Ghirelli aveva studiato un accordo, di durata annuale, con l'Agenzia delle Entrate per monitorare i club di calcio, a volte assai restii nel pagare le tasse. L'accordo è scaduto nel febbraio di quest'anno, e pare proprio non sia stato rinnovato dalla nuova Figc.
"Chiediamo al presidente della Lega Calcio, Abete, e alla ministra Melandri di far ripristinare i controlli incrociati Agenzia delle Entrate-Covisoc, misteriosamente interrotti, sui bilanci dei club e di vietare l'iscrizione ai prossimi campionati a tutte quelle società non in regola con il fisco", sostiene Antonio Ferraro di Rifondazione. Durante il loro breve periodo commissariale, quattro soli mesi, non erano stati Guido Rossi e Paolo Nicoletti a voler bloccare questo accordo Figc-Agenzia Entrate, anche se nei progetti del commissario e del suo vice c'era una rivisitazione totale del progetto-calcio, lavoro come si sa lasciato a metà, con non pochi rimpianti. Intanto stupisce sempre di più questa "nuova" giustizia sportiva: è arrivata praticamente alla paralisi, per un deferimento ci vogliono sei mesi (quando va bene). Qualcosa non funziona nella Superprocura del superprocuratore Stefano Palazzi. Magistrato in gamba, molto rigoroso, esperto di calcio ma forse un po' troppo accentratore.