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Romanticismo ultras (intervista a Lorenzo Contucci)

06 - 12 - 2007

L'articolo che segue è tratto da "Sport People" del 28 novembre 2007 ("Testo raccolto da Giorgio Lazzari per gentile concessione della rivista NERAZZURRO dell'11 novembre 2007")

Romanticismo ultras

Il problema della violenza negli stadi non si è attenuato eliminando striscioni e fumogeni, mentre la soluzione degli steward potrebbe servire a stemperare la tensione fra tifosi. Lorenzo Contucci, soprannominato l'avvocato degli ultras, per la sua specializzazione nella difesa delle frange più vivaci, ci ha rilasciato un'intervista esclusiva a tutto campo sul momento attuale del calcio italiano.

Cosa non sta funzionando ancora nella gestione dell'ordine pubblico: intelligence, orario delle partite, schieramento della polizia o cos'altro?
"Nulla di tutto questo. Credo sia stato sbagliato l'approccio con il problema: hanno ritenuto che togliendo striscioni, bandiere, torce e simboli i gruppi morissero ma non è stato così. Le scelte dell'Osservatorio hanno radicalizzato l'estremismo del tifo penalizzando il colore. I ragazzi in curva non hanno più nulla da fare e tra lo stare dentro senza poter fare nulla di divertente e il restare fuori, dove teoricamente può scorrere l'adrenalina, preferiscono rimanere fuori. Diversi anni fa, quando ero più impulsivo e c'era, chessò, Roma/Lazio, il mio grande dubbio era "entro per partecipare alla coreografia o resto fuori perché non si sa mai cosa può accadere?". Ero un ragazzo e il dubbio era assillante. Ora questo dubbio per i ragazzi non c'è più e gli scontri sono molto più pericolosi di un tempo, perché ragionati e non più semi-spontanei".

A partire dal primo marzo negli stadi italiani saranno operativi gli steward. Ritiene utile la decisione e cosa cambierà nella gestione delle partite?
"Teoricamente la soluzione steward può essere la migliore per stemperare la tensione tra tifoserie e forze dell'ordine. All'interno degli stadi gli stewards già sono operativi dalla scorsa stagione e difatti non ci sono stati i tafferugli che a volte si vedevano tra tifosi e polizia. L'utilità verrà meno se decideranno di farli operare secondo i vecchi criteri di gestione dell'ordine pubblico: in altre parole se verranno "celerinizzati".

Nonostante i controlli ci sono ancora tifosi che riescono a lanciare petardi in tribuna, bottigliette d'acqua sui guardalinee e accendere fumogeni e bengala, per non parlare dell'arsenale sequestrato ai "supporter" laziali: una sfida alla militarizzazione degli stadi o la dimostrazione i decreti legge, Pisanu prima e Amato poi, non hanno reso migliore la situazione?
"Le nuove leggi sono state del tutto inutili e non ci vuole certo un genio per capirlo. Incidono su aspetti del tutto marginali e hanno contribuito alla formazione di "superhooligans" sulla scia di quanto già avvenuto in Inghilterra. Se andiamo a vedere le foto di una vecchia partita della nazionale a Cagliari alla fine degli anni '60, tra i vari oggetti tirati dal pubblico vi era persino un fiasco di vino. Mi sembra che da allora la situazione sia migliorata, anche se la sovraesposizione mediatica fa sì che ogni fatto di cronaca, anche minimo, venga molto più evidenziato. Per quanto riguarda fumogeni e bengala, poi, io sono assolutamente favorevole a non vietarli. In gioventù ne avrò accesi a decine a scopo coreografico. Semmai è il lancio degli stessi che può essere pericoloso, ma come può esserlo un qualsiasi altro oggetto: intendo dire che non è l'oggetto in sé ad essere pericoloso, ma chi lo ha in mano. E' più insidiosa una invisibile moneta che non una sfavillante torcia. Ritengo invece che per la futura organizzazione degli stadi si debba ragionare e dividere i settori in base alle diverse passionalità e non in base a criteri rigidi. La curva di casa - che non vuole stare seduta e fare un tifo colorato - deve poter stare in piedi e avere la libertà di manifestazioni coreografiche. Tanto ormai è tutto monitorato con le videocamere. L'altra curva - settore ospiti a parte - deve avere anche uno spicchio "neutrale" come in Inghilterra, dove possano sedere tifosi tranquilli che magari vogliono vedere il match con l'amico dell'altra squadra. Divieti così radicali non hanno senso".

Per anni gli ultras venivano accusati di essere il male del calcio, poi lo scandalo calciopoli ha spostato l'attenzione sui dirigenti, ma nello scorso campionato i tragici fatti di Catania hanno scritto una pagina indelebile nel mondo del calcio.
Qual è la ricetta per rimettere lo sport prima di tutto? Cosa possono fare gli ultras corretti per mostrare il loro vero volto e puntare ad un dialogo costruttivo con società, politica e forze dell'ordine?

"I fatti di Catania sono solo il tragico epilogo di altri fatti molto gravi sottaciuti dai media che hanno avuto come parte passiva i tifosi. In Italia tutto è improvvisato e l'esempio da seguire non è l'Inghilterra ma la Germania. Le passioni non devono essere soppresse ma semmai incentivate. Non credo, però, che si possa parlare di dialogo costruttivo tra ultras e altre componenti del calcio, per la sola ragione che gli ultras - quelli rimasti puri intendo, con tutti i loro difetti e le loro contraddizioni - sono gli ultimi romantici di un calcio nel quale società e politica hanno il solo scopo di far soldi. Le forze dell'ordine rivestono il loro naturale ruolo di braccio operativo dello Stato e fanno ciò che la politica gli consente di fare: con la Legge Amato, in pratica tutto gli è consentito. Difficile che la vittima sacrificale possa dialogare costruttivamente con chi vuole la sua eliminazione. E soprattutto è difficile che - pur ammettendo la possibilità di un dialogo - il carnefice si possa muovere a compassione per un qualcosa che non porta denaro ma che, semmai, lo fa perdere".

Episodi di violenza, televisioni a pagamento, scandali e predominio di alcune società sembrano aver allontanato i tifosi dagli stadi. Come si può fare per riconquistare la fiducia dei tifosi veri?
"Personalmente, spero di ritrovare un giorno il piacere di andare allo stadio. Attualmente ci vado per default, perché l'ho sempre fatto, ma mi diverto sempre meno. Non vedo che gusto ci sia ad andare allo stadio per vedere la stessa cosa che vedo in TV, peraltro peggio: pago di più, vedo male la partita su un seggiolino sporco, difficoltà enormi per i biglietti, nessun rispetto per il tifoso.... Prima passavo sopra a tutto questo, perché si andava anche per vedere l'ambiente e, se possibile, viverlo... si sopportavano più volentieri i disagi. Ora, se devo stare immobile sul mio seggiolino, pretendo uno stadio più che funzionale. Senza parlare del fatto che è più facile farsi ricevere dal Papa che andare a vedere la propria squadra in trasferta: in Inghilterra non è così".

Gli altri paesi europei avranno sicuramente le loro belle gatte da pelare, ma almeno gli stadi sono ancora stracolmi di gente. In Italia invece ci si sta sempre di più disaffezionando al calcio?
"Non è disaffezione. Qualunque stato europeo ha stadi migliori degli italiani. Chi va allo stadio in curva lo fa per vedere la partita ma anche per fare il tifo senza troppe costrizioni. Gli spettatori della Tribuna se la curva non tifa, notano subito che c'è qualcosa che non va nella "colonna sonora" della partita. In Italia è diventato stressante e costoso andare allo stadio, soprattutto per il servizio reso: i bagni dello Stadio Olimpico di Roma sono una vergogna. Solo un idiota come il sottoscritto può pagare 880 euro l'anno per sedere in una tribuna del genere. Del resto se non ci vado mi sento male, ma gli affezionati di un tempo sono sempre meno. Sono circondato da giapponesi, che però non si vedono 19 partire l'anno e quindi prendono la disorganizzazione come parte del folklore italico".

Come giudica la chiara simulazione del portiere Dida in occasione dell'invasione solitaria del tifoso scozzese in occasione del match di Champions League contro il Celtic? Non è anche questo un episodio che fa male al calcio, come del resto le sceneggiate a cui assistiamo tutte le domeniche di finti infortuni e rigori accompagnati da sceneggiate teatrali. E quando si riuscirà a punire anche questi episodi?
"Se penso che quel ragazzo, per un gesto sicuramente vietato ma comunque non violento, quando sarà un vecchietto con il bastone ancora non potrà andare a vedere il suo Celtic mi viene da dire che - usando lo stesso parametro - Dida dovrebbe essere squalificato a vita. Da persona sana di mente credo che sia Dida che il tifoso avrebbero dovuto essere squalificati per lo stesso numero di giornate. Non credo alla divinità dei giocatori, anche quando calcano il rettangolo verde".

La limitazione del numero di giocatori stranieri nei club, rilanciata da Joseph Blatter, e' giudicata negativamente dalla Commissione Ue perché contraria al Trattato Ue e alle regole del mercato unico sul libero movimento dei lavoratori.
Ma secondo Joseph Blatter gli stranieri in campo per ogni squadra non dovrebbero essere più di cinque. Non lo ritiene giusto e necessario per tutelare e valorizzare i nostri vivai?

"Io li limiterei a uno o due, come nei primi anni '80. Quando ero bambino guardavo le squadre inglesi giocare contro quelle olandesi: erano veramente il calcio inglese contro quello olandese. Ora abbiamo tante piccole nazionali che si incontrano. Anzi, le squadre di club sono più forti delle nazionali. Ha ancora senso definire l'Inter una squadra italiana quando gioca contro una squadra straniera che magari ha due italiani in squadra? Siamo pieni di giocatori stranieri mediocri, mentre i nostri ragazzi languono senza trovare posto in squadra. Anche questo è ridicolo. Il calcio ha le sue fondamenta nelle radici di una comunità. Sono orgoglioso della mia squadra con tanti romani e so che i lettori bergamaschi capiscono quel che voglio dire. Un campione della propria terra non ha prezzo".

E' cambiato il designatore arbitrale ma in ogni turno di campionato si alternano errori degli arbitri e lamentele di dirigenti e addetti ai lavori. Errare humanum est, ma con la moviola in campo? La ritiene comunque uno strumento pericoloso, visto che poi non si riuscirebbe a giustificare una decisione sbagliata presa a gioco fermo per consultare le immagini della partita?
"Mah, il mondo si evolve e l'esame della moviola è ormai così rapido, quasi in tempo reale, che non vedo nessuno scandalo nel volerla adottare. Le decisioni sbagliate diminuirebbero comunque rispetto agli errori attuali. Se si avesse la certezza della imparzialità degli arbitri non la vorrei, ma abbiamo ben visto in che razza di mondo viviamo".

Ritiene giusto non aver assegnato all'Italia l'organizzazione degli Europei 2012? Quanto ha inciso nella decisione dell'Uefa la morte dell'ispettore Raciti?
"Non so se sia giusto o meno. So solo che sono molto felice dell'esclusione. Il caso Raciti, ma anche quanto avvenuto a Roma/Manchester Utd., hanno senz'altro pesato, al pari degli scandali più legati al gioco vero e proprio. La nostra classe politica e calcistica non merita nulla ed è la vera rovina del calcio. Altro che gli ultras".

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