Una Serie A su misura per le grandi?
di Euromora
23 - 07 - 2007
AURELIO DE LAURENTIIS, PRESIDENTE DEL NAPOLI: IL CALCIO-KILLER!
Eccovi qui riportato un estratto di un'intervista realizzata dal quotidiano "Corriere dello sport - Stadio" al Presidente del Napoli Calcio, Aurelio De Laurentiis e pubblicata dallo stesso il 27 dicembre 2006.
Vale la pena sottolineare che su tale quotidiano, questo articolo fa parte di una rubrica intitolata "2007, IL CALCIO CHE CAMBIA - I NOSTRI INCONTRI".
"Vorrei una serie A sul modello dell'NBA americana del basket: SENZA RETROCESSIONI. Una specie di Superlega europea suddivisa in gironi con i play-off a fine stagione. Apriremmo le porte a uno stadio virtuale i cui numeri sono inimmaginabili.
Le squadre che rappresentano le grandi città, i grandi bacini d'utenza, DEVONO STARE IN SERIE A. A parte la Juve, penso ad esempio al Napoli [ma va, che strano eh?], al Genoa, al Bologna.
La serie B, la C1, la C2, la D, DEVONO FORMARE GIOCATORI, DIRIGENTI E TECNICI PER LA SERIE A, quello che la Formula 1 ha fatto con la 2, la 3 e i gokart [...]
[...] il Presidente della Juve Cobolli Gigli mi sembra una persona di livello e dai ragionamenti fatti CI TROVIAMO ABBASTANZA ALLINEATI. Potrei dire la stessa cosa di Moratti, Galliani e Diego Della Valle, un imprenditore che certe regole del mercato le conosce..."
Spero che vi rendiate conto tutti delle gravi minacce che queste parole contengono. Un vero e proprio delirio del capitale. Uno scenario futuro in cui le squadre dei piccoli centri e non blasonate non hanno nessuna speranza di raggiungere successi importanti e in cui tutti i loro "pezzi da novanta" finiscono sistematicamente ai grandi club non appena il loro talento viene scoperto, cosa che già in parte avviene da molti anni, visti i casi dei vari Cannavaro, Thuram, Buffon, Nedved, ecc.
Provate a ripensare al duro lavoro svolto da Riccardo Sogliano e da Ernesto Ceresini per allestire una squadra competitiva che poi ha dato frutti straordinari con la prima promozione in serie A del Parma Calcio nel 1990 e i successivi trofei italiani ed europei vinti. Se ci fosse già oggi il "Sistema De Laurentiis", il nostro caro Parma sarebbe eternamente ancorato alla serie B e C come tante altre realtà medio-piccole, per le quali il successo sarebbe irraggiungibile: Empoli, Siena, Reggina, Messina, Piacenza, Atalanta, Brescia, Lecce, Ancona, Livorno, ecc. Il calcio che conta sarebbe quindi terribilmente noioso oltre che ingiusto.
Considerando che attualmente la serie A prevede 20 posti disponibili e che l'Italia è composta proprio da 20 regioni, la situazione ipotizzata sarebbe questa: in serie A ci sarebbero solo le squadre delle città capoluogo di regione ad esclusione di Aosta, Trento, Campobasso e Potenza. Aggiungendo poi che Roma, Milano, Torino e Genova hanno due squadre ciascuna, tutto sarebbe compensato e il sistema calcio sarebbe così gerarchizzato al 100%. La massima serie sarebbe un campionato "a circuito chiuso" con sempre le stesse squadre: Ascoli, Bari, Bologna, Cagliari, Fiorentina, Genoa, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Roma, Sampdoria, Torino, Udinese, Venezia.
Insomma: una specie di gioco del lotto con tanto di "ruote" su cui puntare!
Ma io andrei aldilà del calcio per riflettere e combattere questo progetto "anti-provinciale": pensate al Cantù Basket, piccola realtà della provincia comasca che vent'anni fa primeggiava in Italia e in Europa vincendo scudetti e Coppe Campioni e combattendo alla pari con le vicine Milano e Varese. E che dire di Treviso che qualche anno fa mostrava con orgoglio a tutta Europa le sue quattro squadre in serie A in quattro sport diversi: basket, rugby, volley e calcio. Potrei citare altre città, tra cui ancora una volta Parma.....
Ora non possiamo più far finta di niente, far finta di non vedere. I nemici che abbiamo davanti, i nemici del calcio vero, hanno un nome, un cognome e anche una faccia. Anche noi tifosi abbiamo il dovere di "isolare i violenti", ovvero questi personaggi-affaristi che hanno intenzione di violentare il calcio e stravolgerlo. La partita Parma-Napoli della stagione che sta per iniziare, sarà l'occasione per farlo. E visto che ci impediranno di contestare un Presidente con cori e striscioni allo stadio, noi potremo farlo appena fuori, come abbiamo già fatto l'anno scorso.
Per ricordare al Sig. De Laurentiis il nostro diritto a giocarci la serie A con le nostre forze, come abbiamo sempre fatto dal 1989-90.
Ancora una volta, NO AL CALCIO MODERNO!
Distinti saluti,
Matteo '71 (Euromora)