No al divieto di trasferta. Triestina-Cesena senza di noi
Comunicato Curva Furlan di Trieste
21 - 11 - 2007
In barba alla tanto decantata libertà di movimento, di pensiero ed espressione, diritti questi, sanciti sia dalla Repubblica Italiana, sia considerati come pilastri portanti della Comunità Europea; ai tifosi di alcune squadre di calcio è stato impedito di seguire la propria squadra in trasferta. Tra le tifoserie, colpite dal provvedimento, quella del Cesena, prossimo avversario alabardato.
La dirigenza alabardata non ha trovato di meglio che montare uno squallido teatrino, ovvero decidere chi, come e quando mettere sugli spalti, approfittando del finto problema degli ospiti.
Noi non ci stiamo a tutto questo, non vogliamo vedere decidere come, quando, e con chi si può disputare una partita di calcio, ponendo come elemento spurio, negativo e violento del calcio solo ed esclusivamente gli Ultras.
Con malincuore questa volta ci asteniamo dal sostenere l'Unione Sportiva Triestina ma, vedere quel settore ospiti vuoto fa ancora più male, poiché potrebbe capitare anche a noi in futuro di non poter seguire la propria squadra in trasferta. Quindi l'incontro con il Cesena non deve passare inosservato, noi rimarremo fuori dalla nostra curva, ricordando anche l'amico Gabriele che ora non c'è più e facendo capire che non siamo pedine della scacchiera di nessuno. Chi ha volontà come noi, di partecipare a questa iniziativa, è pregato quindi di rimanere fuori durante i novanta minuti mettendo prima davanti tutto quello che stiamo subendo e dopo la squadra di calcio. La cosa che ci spinge a fare tutto questo è per non restare "indifferenti" a tutto quello che è successo da domenica scorsa, dalla morte di un amico a tutto quello che abbiamo dovuto assistere e per la quale non possiamo rimanere senza far qualcosa in merito. Partite di questo genere servono solo per l'interessi dei soliti e per cercar di farci scomparire, per questo non vogliamo assistere ad un incontro "deciso" già sugli spalti. Restiamo fuori per noi stessi, per quelli che sono ancora liberi di scegliere quando e come e quando "essere della partita", non è una protesta verso nessuno, ma è un comportamento che vogliamo seguire quando vediamo prendere delle decisioni che impongono ad una tifoseria di presentarsi a Trieste. Non lo troviamo giusto e per questo disertiamo di tifare, e, soprattutto, di insultare chi non può "esserci". Hanno deciso così e quindi è giusto che si godano in pace il loro spettacolo, a noi, tutto questo, non ci appartiene.
Curva Furlan no compromessi