Contro la legge webkiller
24 - 10 - 2007
L'articolo che segue è stato tratto dal sito "Asromaultras.it" (aggiornamento del 20 ottobre 2007).
Dunque ci siamo.
La Casta che siede nel Parlamento, si è resa conto che non è possibile che un Grillo qualsiasi, bandito da tutti i servizi audiovisivi di Regime e soltanto tramite un sito web, possa mettere in crisi la Casta stessa.
Tutto deve essere controllato: la TV è sotto controllo, dell'uno o l'altro schieramento, i giornali pure, la radio anche.
Manca il web.
Possibile che sia così libero?
Possibile che un imbecille qualsiasi si alzi, faccia un blog o un sito, questo sito acquisti popolarità tra i visitatori e osi addirittura mettere in crisi la Casta?
Certo che non è possibile e così, nel silenzio strisciante, nei primi giorni del vacanziero agosto, esce fuori questo disegno di legge che definire autoritario è un mero eufemismo.
La Corte di Cassazione, con una recentissima sentenza (n. 25138/2007), aveva definito i giornali, con un certo ottimismo, "il cane da guardia della democrazia".
Sentenza ottimista perché i giornali rispondono a loro volta al potere economico-politico e quindi, anche a voler ammettere che siano il cane da guardia della democrazia, sono comunque al guinzaglio del potere politico-economico che li sostiene o, addirittura, li fonda: altrimenti che cosa interesserebbe a un Ricucci qualsiasi di tentare la scalata al Corsera piuttosto che a qualsiasi altra società?
Comunque sia la curiosa definizione mi aveva dato lo spunto, qualche tempo fa, di dire che se ciò poteva esser vero, allora la rete web dovrebbe essere definita il leone da guardia della democrazia, perché a sua volta controlla la democraticità dei giornali, consentendo a ciascun cittadino di dire la propria su qualsiasi argomento, dal più effimero al più impegnato, senza dover per forza passare sotto le forche caudine della speranza di pubblicazione in un qualsiasi quotidiano italiano.
Quindi, mentre il cane da guardia sta a cuccia e al guinzaglio, il leone è libero nella savana.
Per la Casta - animalista solo con gli animali addomesticati - è troppo.
Tempo fa, incidentalmente, ricordammo la Birmania, nazione in cui - durante la rivolta dei monaci, non vennero di certo chiusi i giornali ("cani da guardia" di quel regime), ma venne chiuso internet, in modo che le notizie non si propagassero all'esterno.
Il disegno di legge in questione, quindi, potrebbe trovar posto, indifferentemente, in Birmania o nel Cile di vent'anni fa.
Uno Stato per essere totalitario non deve avere necessariamente un feroce dittatore. Può anche avere una Casta che - con il sorriso sulle labbra - spegne le libertà senza farlo sapere, in modo che parlino solo canali ufficiali o, comunque, controllati.
Questa è la deriva autoritaria che, sottilmente, si sta introducendo in questo Paese, nell'apparente libertà che ci circonda: liberi di fare qualsiasi cosa, ma non di esprimere le proprie opinioni.
Si è iniziato dagli stadi, si sta finendo nel web.
Per gli stadi hanno fatto la legge antiviolenza e hanno dato tutto il potere all'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive.
Per l'editoria, fanno la legge "webkiller" e daranno tutto il potere all'Autorità per le Comunicazioni.
Ricardo Franco Levi è il padre della illiberale ed autoritaria riforma, visto che è lui che ha presentato il disegno di legge in data 12 ottobre 2007.
levi_r@camera.it
E' ovvio che anche siti come quello del sottoscritto, creando (contro) informazione dovrebbero essere chiusi, visto che non sono giornalista. Ma soprattutto, ferma restando la mia esclusiva responsabilità per ciò che scrivo o pubblico, non ho alcuna intenzione di "mandare il fax" per esercitare un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione. Piuttosto metto il sito su un server di uno Stato più democratico. Su uno birmano, ad esempio!