Combattiamo questo decreto
12 - 10 - 2007
Di seguito pubblichiamo un estratto di "Combattiamo questo decreto", comunicato ufficiale del 09-10-2007 della Curva Nord Maurizio Alberti di Pisa.
COMBATTIAMO QUESTO DECRETO perché è anticostituzionale, discriminatorio, lesivo della libertà e della dignità della persona. Non è un decreto "per", è un decreto "contro" qualcosa, e lo si vede dalla sistematicità con cui si perseguita non la violenza del movimento ultras ma il movimento stesso, che pur nelle sue contraddizioni non ha certo mai usato striscioni, megafoni, tamburi, bandiere, sciarpe, magliette, per creare disordini. Il vietarli è puro accanimento, ancora una volta lo Stato non si presenta come garante delle libertà di tutti e della giustizia ma come agente vendicativo. Occhio per occhio. Gli ultras hanno colpito un servitore dello Stato, lo Stato colpisce gli ultras, ma in modo diretto, come parte offesa.
E' lo stesso principio che ha sempre ispirato gli interventi di polizia e del reparto mobile in particolare: botte per rispondere alla violenza, e non " provvedimenti di legge", botte per "prevenire" la violenza, botte indiscriminate, a volte senza motivo, ma giustificate perché rivolte contro una categoria "nemica", contro gente che è già dalla parte del torto solo per essere in una piazza o per l'appartenenza ad una tifoseria.
In questo modo le forze dell'ordine dell'ordine italiane si sono delegittimate davanti agli occhi di tutti, Europa compresa, perdendo la poca credibilità che forse ancora conservavano; lo Stato italiano, con questa mossa, percorre la stessa strada, e farà la stessa fine.
COMBATTIAMO QUESTO DECRETO perché è ipocrita e falso. Perché promette di riportare allo stadio le famiglie e poi maltratta i semplici tifosi costringendoli a file chilometriche sotto il sole (e tra poco al freddo e sotto l'acqua) per assistere ad un incontro di calcio. Dalla gradinata. O dalla tribuna. E perché penalizza chi vuole comprare il biglietto mandandolo in pellegrinaggio qua e là tra tabacchi e ricevitorie.
Vuole tutelare i tifosi e li accoglie nelle trasferte facendoli spogliare della maglietta o sottraendo la sciarpa in base a norme che a volte valgono, a volte no, secondo il gusto e l'ispirazione del momento. Tifosi che si presentano tranquilli, anche quelli dei club, e vengono trattati con le premure di un trasporto-detenuti. Tifosi che perdono ogni diritto, dalla libertà di parola a quella del vestire, dalla possibilità di vedere dall'inizio un evento per cui si è pagato regolare biglietto, a quella di mettersi una normale fibbia ai pantaloni. Così si avvicina la gente allo stadio? Così si riempiono gli impianti? Basta guardare i servizi in tv: stadi vuoti, zero colore, giocatori e allenatori e presidenti che si lamentano. Sky e compagnia hanno già dato una bella mano, il decreto darà una mano ulteriore a Sky e il colpo di grazia al "pallone", che era il gioco più bello del mondo e che sicuramente gli ultras non hanno rovinato più di business e malaffare (vedi estate scorsa di cui nessuno parla più). Ma lo Stato per "Moggiopoli" non ha fatto nessun decreto. E nemmeno per le scommesse. E nemmeno per le plusvalenze, i cartellini falsi, le situazioni debitorie, l'evasione del fisco. Solo per gli ultras c'è il decreto. Perché bisogna riportare allo stadio le famiglie. Restituire gli spazi ai cittadini, le strade liberate dai violenti. Si. Con i cancelloni e le gabbie che rinchiudono la gente in casa a giornate. Tutte le partite. Tutto l'anno. Andate a chiedere agli abitanti del quartiere se sono contenti di essere protetti dallo Stato o se stavano meglio prima, senza protezione..
COMBATTIAMO QUESTO DECRETO perché lo possiamo fare. Noi, a Pisa, lo possiamo fare. Perché non abbiamo nulla di cui vergognarci, perché siamo orgogliosi di quello che ha fatto la nostra Curva sempre e in ogni campo, dal tifo, all'organizzazione, al sociale. E chiunque cercherà di colpirci troverà la nostra fiera ribellione, fiera perché giusta e motivata da anni di sacrifici e coerenza.
La stessa coerenza che ci ha spinto a non cercare compromessi e a non chiedere favori a chi ci vuole spegnere, la coerenza che ci sprona ad essere sempre di più e sempre più rumorosi su ogni campo, in culo al Decreto, in culo alla pay-tv, portando avanti gli ideali di chi c'era prima di noi e di chi porterà avanti il nostro nome.
Ci diffidate per la carta igienica, ci esasperate ad ogni trasferta, tentate di imbavagliarci in casa e di creare ostacoli ad ogni nostro passo: ma non ce la farete mai a farci morire, perché di fronte alla nostra passione e alla nostra determinazione e forza, Stato, forze dell'ordine, stampa, pubblica opinione, siete NIENTE, non valete NIENTE.
Curva Nord Maurizio Alberti