Un efferato pestaggio (della Polizia) rimane impunito
Articolo tratto da "Bresciaoggi" del 08-09-2006
10 - 09 - 2006
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La procura chiede l'archiviazione dell'inchiesta sul pestaggio di Paolo ****** nel dopo Verona-Brescia
Ultrà in coma, caso chiuso
Ma le conclusioni del pm confermano la tesi dei tifosi
Un "pestaggio" destinato a restare impunito. La Procura di Verona ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sugli scontri fra ultrà e polizia dopo la partita di campionato fra Verona e Brescia del 24 settembre 2005.
Durante gli scontri alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, rimase gravemente ferito Paolo ******, 29enne residente a Castenedolo che seguiva la trasferta con lo storico gruppo ultrà Brescia 1911. Il tifoso ricoverato in condizioni gravissime all'ospedale di Verona, dopo alcune settimane di coma farmacologico indotto venne operato alla testa per rimuovere un grumo di sangue. Infine sette mesi di riabilitazione nel centro specializzato di Negrar in provincia di Verona. Solo dallo scorso aprile è tornato a casa. Un calvario percorso con coraggio e il tenace sostegno degli amici della Curva Nord.
Le indagini condotte dal sostituto procuratore scaligero Pier Umberto Vallerin non sono nel frattempo riuscite a risalire ai presunti colpevoli. Non perché il fatto non sia effettivamente avvenuto, anzi sul fatto che sia stato commesso un "efferato pestaggio" come si legge negli atti della richiesta di archiviazione e come sempre sostenuto dagli ultrà bresciani presenti agli scontri, gli inquirenti non hanno dubbi. Il problema è che mancano nomi e cognomi degli autori: nessuna immagine o filmato utile a identificarli, tantomeno testimonianze dirette. Neppure quella di Paolo che due mesi fa è stato ascoltato dal magistrato che si è recato personalmente nella sua abitazione di Castenedolo. Lì dove la mamma gli sta a fianco ogni istante senza lasciarlo mai solo per seguirlo nella delicata terapia di riabilitazione. "A lungo con violenza. Prima mi hanno picchiato. Dopo sono caduto per terra - ha raccontato l'ultrà al pm che prima di chiudere l'inchiesta ha voluto attendere pazientemente che Paolo ******* si riprendesse. Ho battuto la testa e sono precipitato nel buio. E non ricordo più nulla".
L'inchiesta dunque arriva al capolinea fissando comunque alcuni postulati in una vicenda scandita dalle "verità" diametralmente opposte della questura di Verona e degli ultrà.
I tifosi della Curva Nord-Brescia 1911, hanno sempre sostenuto che la polizia avrebbe premeditato un piano di guerra contro i tifosi bresciani. A Verona si sarebbe consumata secondo gli ultrà biancazzurri una vera e propria aggressione: a farne le spese sarebbe stato Paolo *******. Accuse alla polizia, accompagnate da una serie di filmati girati con i telefonini e dalle testimonianze degli altri ultrà meticolosamente raccolte da Ennio Buffoli, legale della famiglia del 29enne. Completamente opposta la versione della questura scaligera che teorizzò che Paolo fosse stato colpito da un sasso lanciato dai suoi amici in direzione dei poliziotti. Sempre nella versione della polizia si parlò di una ferita compatibile con le dimensioni di un cubetto di porfido. Una tesi "smontata" dal referto del pronto soccorso e dalle conclusioni dell'inchiesta che ha appurato come i traumi siano stati causati da "gravi e ripetute percosse". Non un incidente insomma ma un pestaggio. Quello che da sempre ha sostenuto l'avvocato Ennio Buffoli. Purtroppo però non basterà a risalire ai colpevoli.