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Il movimento Ultras italiano, nelle sue mille sfaccettature, avanza
alcune rivendicazioni; e non vi è nulla da meravigliarsi, diverse categorie
oggi avanzano proteste di ogni genere, dai generici consumatori gay, dai disoccupati ai
padri separati, dai Writers agli amanti degli MP3 gratuiti. Gli Ultras invece, più che
rivendicare nuovi diritti, chiedono semplicemente una parità di trattamento,
la fine di un'evidente discriminazione. Come poter diffondere tale fondata protesta? Sono
sufficienti le fanzine distribuite in poche centinaia di copie distribuite davanti alle
Curve? Forse è arrivato il momento di far capire ai nostri connazionali che la
repressione, il DASPO, i divieti, ed altre ingiustizie domenicalmente colpiscono ragazzi
che non hanno alle spalle alcuna lobby. Questo discorso di tutela politica dei
tifosi organizzati, non piace ai duri e puri, ma è sicuramente innegabile che
la prima volta in 30 anni di movimento Ultras qualcuno ha potuto esporre testi
Ultras davanti a milioni di persone a Porta a Porta, programma borghese,
conformista a tratti patetico, ma visto da milioni di persone, che forse hanno avvertito
la preparazione e la coerenza degli Ultras presenti passionalmente intenti a difendere le
ragioni della categoria. Non mi sembra abbiano detto sciocchezze, anzi
ovviamente il programma per famiglie ha relegato gli Ultras in un angolino, ha diffuso le
solite menzogne, i soliti luoghi comuni, ma per la prima volta, i benpensanti hanno
sentito anche un'altra voce, che parlava di diffide, caro prezzi, di calcio spezzatino,
che parlava insomma di argomenti Ultras. Come pensate si possa arrivare un giorno
all'abolizione delle norme più liberticide? Chiunque ritiene che verso gli Ultras si
consumi una repressione irrazionale, ha il dovere civico di cittadino di ribellarsi a
questa situazione, di convogliare una pressione sia verso la popolazione distratta ed
ignorante delle verità degli stadi, e sia verso le istituzioni, per far sentire il
peso di migliaia di ragazzi che vogliono divertirsi, e non essere ammorbati
ogni domenica anche su ciò che si può urlare e ciò che non si può neanche sussurrare.
Senza mai mostrare vittimismo, ma semmai una seria presa di coscienza, gli Ultras hanno il
dovere di far uscire i propri messaggi di libertà fuori dagli stadi, di coinvolgere in un
veritiero dibattito tutta la società civile, altrimenti la repressione
aumenterà inseguendo l'incubo del calcio inglese, dei posti numerati, tutti
zitti e buoni come se fossimo a scuola od in parrocchia. E' questo che vogliamo?
Certamente no, ma il calcio moderno e la repressione non si arginano solo con striscioni e
cori, ci vuole un impegno hobbistico, inondando di comunicati stampa, i
giornali e le tv, cercando canali mediatici per diffondere la verità degli Ultras:
diffondere questo messaggio di libertà è un dovere di tutti gli Ultras, e non pensate al
mezzo (tv, giornali ecc.), ma al contenuto al fine che è quello di ottenere
quantomeno l'abrogazione delle norme liberticide, e per questo fine non si può essere
troppo schizzinosi, si va anche a Porta a Porta. E' una battaglia di Verità, ma
soprattutto è una battaglia di Libertà
la nostra!
Livio Apicella |