28 - 06 - 2008
L'articolo che segue è stato tratto da Sport People.
Semplicemente ciao Matteo
L'azzurro del cielo e le nubi bianche dell'inizio della primavera. Il primo sole di quelli che scalda e fa togliere le giacche. Passeggi annusando la tiepida aria e cerchi con lo sguardo l'astro rovente nella vanitosa speranza che la melanina colori la pelle. I colori e i suoni dello stadio si fanno sempre più vicini e, nel caldo dell'aria, intravedi le prime bandiere. Due parole con gli amici, battute leggere che strappano sorrisi. Uno sguardo agli spalti, si stanno riempiendo e il sole continua nel suo caldo battere dei raggi mentre il polline delle piante svolazza leggero come stuolo di api.
Le voci lo seguono come rapite, sciamano da una persona all'altra, connettono suoni, scrivono segni che portano parole.
E nel ronzio delle voci che rimbalzano come impazzite, suoni stonati e verbi discordi articolano pensieri terribili che passano di bocca in bocca come una tragica eco. Cerchi di allontanarli ma tornano indietro e allora guardi gli spalti, controlli i movimenti, tutto sembra normale.
Ma le parole che portano dolorose notizie, ripartono come rullio di aereo si fanno forti della loro presenza e allora cerchi conferma nel vano miraggio di trovare la loro smentita. Il telefono compone un numero, passano attimi lunghi come millenni, un click e la voce dall'altra parte ti fa cadere ogni flebile speranza. Le lacrime e lo smarrimento, il singhiozzo e il pianto e tu, che sei dall'altra parte, resti immobile bloccato da un'afasia che ti fa borbottare sconnesse sillabe che si perdono nella disperazione dell'altro. Poi la comunicazione si ferma, il telefono si chiude e la tua testa cerca di far rumore per non pensare a ciò che ha appena elaborato.
La tragedia ha abbandonato il palcoscenico per scendere sull'asfalto rovente di un'autostrada in un pomeriggio di primavera.
Ti guardi intorno, lo stadio ora è spoglio nudo, in tutta la sua fragilità. Guardi l'azzurro del cielo cerchi fra le nuvole un volto che sai di aver già visto, apri il baule delle immagini e vi rovisti dentro come se trovare quel volto possa in qualche modo affievolire quell'aria pesante che improvvisamente è calata. Quando metti a fuoco quando fra le tante facce associ il nome sai già che ormai è tardi e una leggera brezza sfiora la pelle lasciando piccoli brividi e una lacrima.
Il cielo è sempre azzurro, e il sole continua a riscaldare mentre il polline volteggia nell'aria pronto a ridar vita alla terra. Annusi l'aria e tocchi il suolo come se la vita appena spezzata possa rinascere nel trionfo della primavera. Se fossimo stati di notte avresti guardato le stelle ma la notte è lontana e allora guardi il più caldo degli astri e con un sorriso smorzato dedichi l'ultimo pensiero.
Semplicemente ciao Matteo.
Barbara Salamone e lo staff di Sport People
Aprile 2008