30 - 06 - 2008
Lettera a www.boysparma1977.it
Preparazione estiva a Collecchio
Un ritiro... o una ritirata?
Cari Boys,
vi scrivo dopo aver appreso che quest'anno, per la prima volta dopo tanti anni, il Parma non andrà in ritiro in montagna, ma farà la preparazione al Centro Sportivo di Collecchio. Una scelta inspiegabile, perché chiaramente controproducente. Una decisione che però è stata difesa dal nuovo allenatore bresciano, con dichiarazioni alquanto grottesche: "Quando il Presidente mi ha detto che gli sarebbe piaciuto che ci preparassimo a Collecchio io gli ho detto che mi stava dando una gioia che neppure lui poteva immaginare. Io ho provato questo tipo di cosa per la prima volta ad Empoli, quando mi dissero che avremmo fatto la preparazione a Vinci. Io allora avevo pensato al caldo, all'umidità, invece è la cosa più giusta che possa esistere. Al di là del fatto che abbiamo una struttura meravigliosa. Andare in montagna non serve veramente a niente..."
Andare in montagna non serve veramente a niente? E' forse meglio allenarsi in Val Padana?
Quando possibile la preparazione estiva si effettuata in montagna. Ciò che fece l'Empoli (andando a Vinci - 97 msldm) fu semplicemente un'eccezione, dettata da motivi extra-calcistici. Vinci comunque non è Collecchio. Vinci è una cittadina toscana situata su una collina, Collecchio (112 msldm) è in Val Padana. L'estate, nella nostra pianura, è segnata dall'aria calda e umida che ristagna in essa, provocando temperature alte con un elevatissimo tasso d'umidità. Giornate calde ed estremamente afose, con temperature percepite proibitive.
La preparazione estiva serve a favorire il recupero psico-fisico dei calciatori per poi allenarne a fondo le capacità, al fine d'ottenerne un miglioramento che dovrà manifestarsi e mantenersi (il più a lungo possibile) durante la stagione ufficiale.
La preparazione estiva si effettua generalmente a quote attorno ai 1.500 metri, perché fino a 1.000-1.500 metri bastano pochi giorni per un adeguato acclimatamento. I motivi per cui si deve andare in montagna sono vari:
- Si allontanano temporaneamente i calciatori dall'ambiente in cui vivono e giocano tutto l'anno, per sconfiggere la monotonia, lo stress e dare nuovi stimoli;
- I paesi di montagna (specie nel periodo estivo) offrono poche distrazioni notturne e sono piacevolmente tranquilli, mete tradizionali per chi ama una vita semplice e salubre. Ricchi di paesaggi piacevoli facilitano il relax e la rigenerazione mentale;
- Il clima, più fresco e secco, permette di allenarsi in modo più produttivo, facilita il recupero, favorisce il sonno e lo migliora qualitativamente;
- L'aria è carente di inquinanti e polline;
- L'altitudine favorisce il dimagrimento (il consumo calorico è maggiore);
- L'adattamento all'altitudine fa aumentare il numero di globuli rossi, condizione che favorirà il calciatore quando tornerà in pianura, permettendogli un miglior rendimento.
Far allenare la squadra a Collecchio nel periodo estivo, non favorisce certo il recupero psico-fisico dei calciatori. Le condizioni climatiche (caldo umido, ristagno dell'aria) peggiorano la prestazione (si corre meno, si va più piano, si solleva meno) e pregiudicano il riposo, facendo ragionevolmente aumentare lo stress. In sostanza si va a svolgere un'attività contraria a tutto ciò che una normale "preparazione estiva" deve ottenere, perché far correre dei giocatori sotto il solleone che picchia in Pianura Padana, mentre inalano i gas di scarico di via La Spezia, non "prepara" niente e nessuno.
"Andare in montagna non serve veramente a niente..." dice Cagni. Eppure il Parma organizza i suoi campi estivi per i giovani (i "Summer Camp") a Borgotaro (PR, a 411 msldm) a e a Piancavallo (PN, a 1.267 msldm).
Sicuramente una corretta preparazione estiva non trasforma dei brocchi in campioni, così come certi fuoriclasse rimangono tali anche quando si allenano poco e conducono vite sregolate. Due classici esempi sono George Best e Maradona, che grazie al loro talento innato furono capaci di prestazioni straordinarie, seppur più inclini alla "bella vita" che all'allenamento. Quando però sì è comuni mortali, come milioni di altri atleti, è opportuno fare tutto al meglio. Solo così si può aspirare al successo.
Tutti i professionisti (ma ormai anche alcuni amatori) fanno la preparazione estiva. Rinunciarvi è molto rischioso, specie se non si è nettamente più forti dei propri avversari. Alcuni professionisti preferiscono prepararsi con i farmaci (doping) e, tanto per fare un esempio, invece di cercare un aumento naturale dei globuli rossi si iniettano l'Epo. Ma questa è un'altra storia...
Qualcuno ha ipotizzato che la decisione di non andare in montagna sia una rappresaglia del Presidente contro i giocatori, attuata per punirli della deludente stagione passata (terminata con la retrocessione). Premesso che molti giocatori del campionato scorso hanno già lasciato, stanno lasciando, e lasceranno Parma per altri lidi, non avrebbe certo senso punire il "nuovo" Parma con una preparazione inidonea, giacché sarebbe controproducente. Avere giocatori stanchi, svogliati, fuori forma, che si infortunano facilmente e recuperano lentamente, non dovrebbe essere un obiettivo societario, perché tali problematiche rendono molto difficile ottenere successi sportivi. Se proprio si vogliono punire dei giocatori, si attuino politiche che non penalizzano la squadra. Per esempio: gli si impedisca di trascorrere le notti a far bagordi via Farini; si infliggano multe a chi non si comporta come dovrebbe.
Qualcuno ha ipotizzato che effettuare la preparazione estiva in montagna rappresenti una spesa troppo elevata (all'indomani della retrocessione in Serie B), per le possibilità economiche della Società. Premesso che anche il Parma di Ceresini si preparava in montagna (a Tizzano, 800 msldm) e che anche il Parma del post-crack Parmalat, amministrato da Bondi ed Angiolini, non rinunciò alla preparazione in montagna (a Sestola - Mo - , a circa 1.020 msldm, e a Vigo di Fassa - TN - a 1.382 msldm); il ritiro (ovvero: la preparazione atletica pre-campionato nel periodo estivo) è un costo che affrontano generalmente le comunità ospitanti (almeno per le squadre di A e di B), per promuovere il loro territorio e per richiamare sul medesimo nuove persone (tifosi-turisti). Addirittura, molte di queste comunità, stipulano contratti pubblicitari con le squadre che ospitano, il che significa ulteriori guadagni per le società sportive ospitate. La pubblicità "Trentino-Folgaria" è ben conosciuta dalla nostra tifoseria, e Folgaria ci ospitò proprio l'anno scorso.
Il 30 maggio proprio voi Boys avete scritto "Auspichiamo che il ritiro estivo della squadra, o almeno una parte del medesimo, si svolga in provincia di Parma. Un modo per valorizzare il nostro territorio (perché l'aria buona c'è anche qui) e per rafforzare il legame con la squadra che lo rappresenta". Bene. L'aria buona c'è anche qui. Magari a Berceto (808 msldm), a Tizzano, non certo in pianura. La montagna della provincia di Parma non può certo competere con le montagne del Trentino, ma può essere un'alternativa almeno per l'ultima parte della preparazione.
Tenere il Parma a Collecchio, anche durante il periodo estivo, non serve certo a valorizzare il nostro territorio e neppure a rafforzare il legame con la squadra che lo rappresenta. Un'amichevole sotto il solleone a Collecchio, o in notturna sbranati dai "senz'ossi", non offre grandi attrattive. Viceversa, una partitella o un allenamento a Berceto (per esempio), può essere l'occasione per andare a prendere un po' di fresco, per fare una visita al paese, per salire al Passo della Cisa, per farsi una bella mangiata di funghi.
La decisione d'effettuare la preparazione estiva a Collecchio appare come l'ennesima scelta superficiale della Società, troppo spesso sorda a consigli ed appelli, che finirà (in ogni caso, bene o male che vada il campionato) per penalizzarci tutti quanti. Mi auguro, per il bene del Parma, che tale scelta sia riconsiderata.
Ultras liberi!
Mas