02 - 12 - 2007
Dove andrà a finire il mondo ultras? Questa è la domanda che ci stiamo facendo dopo l'11 novembre, giornata dell'omicidio di Arezzo. Ci siamo abituati ad essere nell'occhio del ciclone, più volte etichettati come l'unico vero male del calcio, a cui serve porre rimedio ad ogni costo, con qualsiasi forma di repressione. Eppure Gabriele Sandri non l'hanno ucciso gli ultras...
C'è da riflettere, discutere, perché tutti devono capire che chi sbaglia deve pagare, sia che indossi una sciarpa, sia che indossi una divisa. La cosa che ci ha schifato più di tutto è che ci si poteva e ci si doveva fermare, almeno una domenica, innanzitutto per rispetto. Qualcuno, non solo non ha voluto fermarsi, ma ha cercato di nascondere la verità, per coprire certe responsabilità e per continuare a giocare, fregandosene di una vita umana spezzata senza motivo.
Una conferenza stampa FARSA, in cui non è stato concesso di fare domande, elogiando a più riprese colui che aveva appena compiuto un omicidio, costato la vita ad un ragazzo, e per puro caso senza conseguenze ancora maggiori, visto dov'è avvenuto il fatto.
Anche noi BOYS, come tutti i gruppi ultras d'Italia, abbiamo reagito istintivamente, con le notizie frammentarie (ma vere!!!) che avevamo in mano, e con l'unica certezza che un tifoso e ancor prima un ragazzo era stato ucciso.
Abbiamo fatto uno striscione che ricordava che la morte è uguale per tutti (fatto poi entrare) e ci siamo accordati che nonostante fosse la partita dell'anno ci saremmo astenuti dal tifo marciando in corteo fino allo stadio.
Abbiamo chiesto alla società se fosse stato possibile comunicare alla Curva la nostra decisione tramite lo speaker dello stadio, ma NON c'è stato accordato. Così siamo entrati e abbiamo provato a spiegarlo a voce, ma com'era immaginabile qualcuno non ha capito, non ha voluto capire, o ci ha frainteso (non è facile farsi sentire senza MEGAFONO!!).
La parte ultras ha rispettato la nostra scelta e la ringraziamo vivamente.
Per ritornare al calcio giocato, nelle ultime due partite abbiamo raccolto solo le briciole nonostante i presupposti favorevoli, sputtanando tutto negli ultimi minuti (quando la mente degli undici sembra alienarsi).
Il campionato italiano non ammette certi errori, se poi questi diventano addirittura sistematici, allora c'è veramente da preoccuparsi. Bisogna tirare fuori le palle, tutti.
Oggi si torna a cantare, con un solo scopo, VINCERE. Per fare questo dovremo cantare più forte che mai, per il Parma, per la NORD, per noi stessi.
Di fronte avremo gli Amici di Empoli, uno scontro fratricida, il cui risultato (qualunque esso sia) non intaccherà minimamente i 23 anni di amicizia che legano le nostre tifoserie.
Le nuove leggi contro il tifo colpiscono nel mucchio, per creare malcontento e divisioni. Contro chi vuole disgregare mettendoci l'uno contro l'altro: restiamo uniti.
AVANTI CURVA NORD