25 - 09 - 2006
Lettera ai BOYS
Sai che c'è la partita alle 15:00? Così come vuole il vecchio calcio perduto.
E' la quarta giornata di campionato e dopo aver tifato sempre di sera, finalmente arriva il match nell'orario che vogliono tutti: Ultras, tifosi, e gente che ama andare allo stadio; non coloro che ci sperperano sopra con il denaro prendendo in giro tutti noi che siamo la parte genuina e sana che se ne sta sui gradoni dietro alla rete.
Penso agli amici Ultras Spezia che in questo momento difficile sono stati vicino a me e ai BOYS venendo a trovarmi all'ospedale, chiedendo di aggregarmi a loro per una pizza veloce prima della partita.
Dopo il "fattaccio" che mi è successo dopo PARMA-Milan, quando la mia reazione a tre infami con la lama mi è stata fatale, mi sto riprendendo.
Stavo tornando a casa in bicicletta quando ho sfiorato e nemmeno toccato tre individui (non avevano addosso vessilli milanisti) e per problemi di viabilità hanno iniziato ad insultarmi senza motivo a tal punto da decidermi di agire con le mani.
Il mattino dopo il ricovero ho assistito al fermentare delle notizie sul mio caso, sparate dall'Informazione di Parma che mi hanno causato uno shock ad alto livello... mi sono sentito crollare il mondo addosso, e mentre ricevevo le visite più gradite aumentava il malcontento generale causato anche dalle notizie trasmesse dai telegiornali locali.
Mi sono chiesto più volte del perché di questo accanimento nei miei confronti, che incredulo ho dovuto accettare. Ormai per i media ero un delinquente. Assurdo! I BOYS mi hanno aiutato facendo sentire, nelle sedi dei media, le mie e le loro ragioni. Quei media che con il loro operato antiprofessionale hanno dato conferma che essere giornalisti può essere un mestiere che può ferire una persona innocente.
Il fatto che mi è successo poteva capitare a chiunque si trovasse per strada, solo che chi è Ultras o si sente tale è in grado di rispondere alle provocazioni gratuite passando alle mani. I tre balordi mi hanno risposto con una lama e oltretutto sono passato da delinquente, pregiudicato, poco di buono e spacciatore.
Sempre quella mattina mi ha fatto visita un ragazzo giovane del Gruppo dicendomi stupito che un addetto della polizia del pronto soccorso lo ha "invitato" nel suo ufficio appena ha chiesto all'accettazione dove poteva trovarmi. Fu preso per un braccio e gli disse che doveva starmi lontano perché lo avrei portato sulla cattiva strada, perché aveva a che fare con un delinquente. Peccato che quell'uomo non sapeva neppure che fossi una persona come le altre. Probabilmente sarà rimasto colpito nel vedermi perdere molto sangue steso in barella con ancora addosso la sciarpa e il cappellino dei BOYS, credendomi il peggiore Ultras arrivato lì in quelle condizioni. Tanto si sa che per molti siamo solo la parte peggiore di questa società piena di egoisti ed ipocriti. Potevo benissimo andargli incontro e ricoprirlo di insulti sottolineandogli che quell'ambulanza che vede arrivare ogni tanto con il simbolo dei BOYS e quei macchinari sparsi per l'ospedale sono frutto dei nostri sforzi che abbiamo donato alla nostra amata città.
Oggi c'è PARMA-Roma e nonostante l'uso degli antibiotici che mi causano una grande debolezza, decido di prendere un po' di vitamine per tirarmi su raggiungendo gli Ultras Spezia alla Sede dei BOYS che mi hanno pregato di andargli incontro. Nei miei amici e in molti parmigiani è ancora vivo il ricordo di chi è stato vittima di aggressioni da infami con le lame che con l'essere Ultras non hanno nulla a che fare. Non potevo non esserci, non potevo starmene a casa a piangermi addosso riposato su un letto; tanto le mie ferite si chiuderanno; volevo esserci per quella Causa che solo chi si sente Ultras può capire.
Ho sempre sentito dentro di me una spinta, una forza particolare che mi ha accompagnato in tutti i tragitti che ho percorso per andare in ogni stadio ad ogni partita del PARMA, ma che neanche stavolta mi ha abbandonato. E' una di quelle cose che mi appartengono e mi sento libero di usarla perché mi rende fiero di averla; fa parte del mio carattere e della mia personalità.
Sono cosi, non posso farci nulla!
Volevo stare con loro, con i BOYS, con quei ragazzi che mi hanno fatto sentire di avere una seconda famiglia, sono coloro che mi sono stati vicino in questo momento difficile e che mi danno la certezza che la nostra aggregazione e come una magia che si realizza in una realtà difficile come questa. Appena arrivato in Sede ho iniziato a sentirmi meglio, come se fossi ritornato a casa sentendo dentro di me fluire nel sangue quella linfa vitale per continuare a guarire. Nella mia vita, ormai, sono abituato a lottare.
Fin dall'età di quattro anni quando un'otite acuta mi ha lesionato i nervi uditivi rimanendo in stato di sordità totale nell'orecchio sinistro, mentre nel destro ho avuto la fortuna di poter usare la protesi acustica e di riuscire a sentire come se avessi un orecchio solo. Loro, malgrado il mio problema, mi hanno fatto sentire sempre a mio agio a tal punto di scherzare e riderci sopra con la mia totale approvazione. Anche per questa cosa non mi sono mai pianto addosso, anzi, la mia reazione è sempre stata più forte che mai.
In queste righe non voglio esprimere il pensiero di una vittima, ma solo sottolineare il mio stato d'animo, le mie emozioni e la mia voglia di vivere. Qualcuno mi ha detto che potevo rimanere a casa a riposare, probabilmente dopo avermi visto nel letto dell'ospedale, ma lo capisco, anche se in fondo anche lui avrebbe fatto la stessa cosa. Quando ci si sente parte di un gruppo con il quale hai condiviso gioie e dolori legate alla partita o ai fatti che si sono verificati prima e dopo e ti senti limitato non puoi farti da parte e nemmeno farti commiserare, ma reagire come hanno fatto tutti coloro che hanno una dignità da salvaguardare.
Dopo aver passato un'estate a lavorare con loro per l'allestimento della prossima coreografia, dopo essere stato da tutti i gemellati trascorrendo bei momenti e dopo aver partecipato alle amichevoli estive con i nostri diffidati. Non puoi dimenticarti di loro.
Infine ringrazio di cuore gli amici dei Devils Bordeaux, che con i loro sms hanno alleggerito la mia sofferenza mentre ero all'ospedale.
I ragazzi della Curva Sud di Genova: gli Ultras Tito Cucchiaroni e i ragazzi di Empoli, che con il loro pensiero si sono resi presenti.
Gli Ultras Spezia che continuano a chiamarmi.
I ragazzi del Settore Crociato e quelli della Curva Nord di di PARMA per le visite e le telefonate.
Un grazie speciale ai BOYS PARMA, la mia seconda famiglia e a tutti i miei amici che non vengono in Curva.
Ai miei colleghi di lavoro che non hanno creduto ai media ma a ciò che sono e a quello che valgo.
Essere Ultras è anche questo, e non vogliamo far paura a nessuno, ma vogliamo solo essere rispettati.
Grazie di cuore.
Max