Vita di Curva

2004/05

Roma: trasferta da Ultras

17 - 12 - 2004

Ieri sera contro i turchi del Besiktas, dopo tanto penare, siamo finalmente tornati alla vittoria. Una vittoria che abbiamo voluto Noi, la squadra, l’allenatore e la società. Una vittoria importante, che ci permette di proseguire il cammino in Coppa UEFA. Ma al di là del risultato, abbiamo visto la squadra lottare e battersi, cercare il gol, attaccare e giocare. Indipendentemente da quanto fossero forti i turchi, l’undici Gialloblu Crociato ha onorato la Maglia, dimostrando quel carattere che era palesemente mancato a Livorno. Speriamo questa partita segni una svolta, l’inizio della nostra riscossa. Domenica c’è subito un test importante: la Roma, che affronteremo all’Olimpico, ultima trasferta del 2004.
Abbiamo chiesto alla squadra di crederci, di combattere, e così dobbiamo fare noi, per primi. Noi, che cantiamo nel bene e nel male, perché oltre ad incitare la squadra, siamo ben consapevoli di dover onorare i nostri Colori, la nostra Città, il nostro Striscione. E tutto questo lo faremo anche domenica, a Roma.
Abbiamo voluto intitolare questo breve articolo “Roma: trasferta da Ultras”. Ovviamente è una piccola provocazione, giacché tutte le partite (anche quelle casalinghe) sono un imperativo per chi si definisce “Ultras”. Essere “Ultras” significa farsi rispettare, significa comportarsi dignitosamente al fine d’aumentare il prestigio del Gruppo, della Curva e della Città, e questo, seppur sia valido sempre, in certi posti, specie con certe tifoserie (magari non troppo leali…), è un compito arduo da assolvere. Un compito, il cui esito, può dipendere dal numero. Rimanere a casa, quindi, significa non solo far mancare il proprio sostegno a chi ci rappresenta in campo, ma anche indebolire il Gruppo nel momento del bisogno.
Te lo chiediamo senza tanti giri di parole, come nostra abitudine: tu, all’occorrenza, ci sarai???

Sì, io ci sarò! Vengo a Roma con i BOYS!