Vita di Curva

2004/05

Un inizio difficile, ma ce la faremo

13 - 10 - 2004

Dopo un primo mese di campionato, un inizio non certo esaltante della squadra Crociata, approfittiamo della sosta per la partita al Tardini della nazionale contro la Bielorussia per fare il punto di questa prima parte della stagione con il leader dei BOYS Mirco Lori.
Dopo la disputa di cinque partite, il Parma si ritrova in fondo alla classifica con soli tre punti, tre pareggi. Siete scoraggiati per questo deludente inizio?
“Non dobbiamo scoraggiarci. Un inizio non proprio soddisfacente come questo, rientrava nelle nostre previsioni della vigilia. Eravamo consapevoli che sarebbe stato difficile quest’anno. La squadra, come tutti sappiamo è composta da giovanissimi. Ci sono molti volti nuovi, primo fra tutti quello dell’allenatore, mister Silvio Baldini. Veniamo fuori da una burrasca societaria che ci ha fatto temere seriamente addirittura di non partecipare alla serie A.
La città è fredda e non è stata vicina alla squadra come ci saremmo aspettati, avendo risposto in modo insufficiente alla campagna abbonamenti. In un quadro del genere si sono inserite le prime partite nelle quali, tranne forse la grande trasferta di Milano con l’Inter, non abbiamo visto una prestazione esaltante dei nostri giocatori. Siamo però solo agli inizi e consapevoli che il lavoro fatto è di prima qualità e non mancherà di dare frutti nel proseguo del campionato. Sono certo che il Parma già sotto l’albero di Natale avrà ripreso il posto in classifica che gli compete”.
Voi BOYS siete stati gratificati anche da un mercato che ha visto nel mancato trasferimento di Giardino il miglior acquisto e col regalo inaspettato, da parte della società, della maglia Crociata.
“Sì, per come si erano messe le cose e per quello che abbiamo letto per tutta l’estate sui giornali e sentito in televisione, avevamo temuto che il Parma fosse trattato alla stregua di un supermarket, come auspicato da giornalisti infami e avvoltoi, soprattutto della Gazzetta dello Sport. Dobbiamo invece dare atto al direttore generale dottor Luca Baraldi di aver mantenuto fede alla promessa di non sfasciare la squadra.
Non solo Gilardino è rimasto, ma anche tutti gli altri, ad eccezione di Barone e Ferrari che hanno scelto di andarsene e noi certamente non li rimpiangeremo. Come simbolo di questo nuovo Parma, però, non voglio mettere né Gilardino né tutti gli altri giocatori importanti della nostra squadra.
Il nostro simbolo di quest’anno è Alessandro Potenza che ci ha fatto il grande onore di rimanere a Parma quando avrebbe potuto andare alla Lazio e, soprattutto, di indossare la maglia con il numero 77 che è l’anno di fondazione dei BOYS. Io stesso gli ho domandato, dopo l’infausta notte di Carrara, di chiedere questo numero, dopo averlo ringraziato per essere rimasto a Parma.
A Potenza, per di più, e anche questa per noi è una grande soddisfazione, abbiamo dato il posto di quel Junior, giocatore mercenario che voleva mettere in mora la società nei terribili momenti passati la scorsa primavera e che noi stessi abbiamo pesantemente contestato a Folgaria”.
Cosa ne pensi del ritorno della maglia Crociata?
“La maglia Crociata è il simbolo storico del nostro Parma, anche se io, personalmente, ritengo che l’importante sia stare vicini alla squadra qualunque sia la maglia che indossa. In generale si sentono apprezzamenti per questa maglia, ma anche molte contestazioni perché c’è chi si ricorda che con la maglia Crociata si è perso a San Secondo negli anni sessanta. C’è anche chi pensa che porta scalogna. Mettere d’accordo tutti, ovviamente è impossibile. Quindi io ribadisco che l’importante è stare vicino al Parma sempre e comunque”.
Il precampionato vi ha portato anche una sgradita sorpresa, le diffide a sei dei vostri ragazzi.
“La notte di Carrara rimarrà per noi una pagina nera. Non tanto per gli incidenti, di cui abbiamo già ampiamente parlato, ma per tutto quello che ne è seguito. Quanto agli incidenti, ribadisco, abbiamo reagito, sicuramente con qualche eccesso, a un vile attacco da parte della tifoseria avversaria, rinforzata da una nutrita schiera di nostri cugini reggiani. Abbiamo già detto che i danni fatti alla pizzeria non avremmo dovuti farli perché noi BOYS siamo contrari ad ogni forma di teppismo e violenza gratuita”.
In questa occasione voi avete aspramente polemizzato con la stampa locale, televisioni e Gazzetta di Parma.
“I resoconti dati da questi organi di stampa sono stati vergognosi e offensivi nei nostri confronti. Ci hanno descritti come dei delinquenti, dei teppisti e dei drogati. Hanno detto che ci siamo portati dietro delle spranghe, delle catene, come se anziché a una partita andassimo alla guerra. Ci hanno descritti come degli alcolizzati per il semplice fatto che ci siamo portati dietro qualche bottiglia di birra.
La notizia dell’arresto di due nostri ragazzi è stata strumentalizzata in modo ignominioso, essendo stati trattati come dei brutali delinquenti. Ringraziamo quindi questi giornalisti sia della Gazzetta di Parma che delle televisioni locali per questa immagine dei BOYS che hanno rappresentato ai parmigiani. Un’immagine che ha cercato di oscurare tutto quello che di bello abbiamo fatto in tanti anni, sia come beneficenza, sia come tifo allo stadio. Come abbiamo già dichiarato, con questi ignobili personaggi il Gruppo dei BOYS non avrà più nulla a che fare”.
La notte di Carrara vi ha portati in rotta di collisione anche con le forze dell’ordine.
“Soprattutto il Questore di Massa, secondo me, e di questo mi prendo la piena responsabilità, non si è comportato con il dovuto buon senso e in modo professionale. Innanzitutto ha permesso la disputa di una partita ad alto rischio, quando tutti gli avevano fatto notare la pericolosità dell’incontro.
Prima della nostra partita, infatti, si erano verificati scontri prima di Massese Reggiana ed era nota la ruggine fra le nostre due tifoserie. Senza considerare che venti giorni dopo, il derby Carrarese - Massese, terminerà con addirittura alcuni feriti ricoverati in ospedale.
Dopo gli incidenti che hanno coinvolto la nostra tifoseria, poi, non si capisce come abbia potuto prendere i gravi provvedimenti nei confronti di alcuni nostri ragazzi, basandosi esclusivamente sulla testimonianza di un pizzaiolo. Secondo me, infatti, come abbiamo anche scritto sullo striscione ripetutamente esposto in Curva, prima si deve essere ritenuti colpevoli in un processo e poi, eventualmente condannati e diffidati. Condannare prima del processo è una ingiustizia”.
Quali sono i vostri attuali rapporti con gli altri tifosi del Tardini?
“La nota è dolente. Purtroppo, devo ammetterlo, ultimamente non c’è un buon feeling con il Centro di Coordinamento, a parte buoni rapporti con qualche tifoso storico. Per quanto riguarda la Curva, il Gruppo trainante siamo noi dal 1977. Come si sa, però, c’è stata fra di noi una scissione che io ancora oggi ritengo assurda e sbagliata, una scissione che mi ha visto protagonista a metà degli anni Novanta…”.
Cos’è accaduto, dopo tanti anni è il momento di sapere la verità.
“Tutto è successo causa un maledettissimo derby perso con la Reggiana. Dopo quella sconfitta avevamo deciso di non cantare più per la squadra. Per un po’ di tempo seguimmo questa linea, finché, alla vigilia della semifinale di Coppa delle Coppe col Benefica, la tifoseria si divise fra coloro che volevano cantare e quelli che invece volevano proseguire nella protesta. Da quel momento iniziarono le tensioni interne al Gruppo che culminarono durante la trasferta di Napoli, qualche giorno dopo, quando un gruppo di dissidenti ci accusò d’essere foraggiati dal Parma Calcio.
La frattura divenne incolmabile e ne seguì una scissione. Alcuni ragazzi se ne andarono e nacque Potere Crociato che subito si contrappose al nostro Gruppo. Nei mesi successivi le tensioni aumentarono e sfociarono addirittura in uno scontro fisico.
Mi dispiace ovviamente di tutto quello che è successo anche perché avremmo potuto risolvere i problemi insorti senza quella spaccatura e divisione della Curva che tutt’ora persiste. Noi mi sarei mai aspettato, da ragazzi che erano prima di tutto amici, di essere tradito in questo modo. Dopo tanti anni la ferita è ancora aperta, e non so se onestamente sarà possibile risanare questa situazione”.
Finita l’era Tanzi, adesso c’è una nuova società che, per il rotto della cuffia è riuscita a mantenere il Parma nel calcio che conta. Che cosa pensi della gestione Baraldi?
“I fatti parlano da soli. Baraldi con i suoi collaboratori è riuscito a fare il miracolo. So che molta gente ancora adesso rema contro il direttore generale che invece noi apprezziamo essendogli grati per il modo in cui ha salvato il Parma.
Il dottor Baraldi è venuto più volte nella nostra Sede a spiegarci la situazione come si evolveva. Mentre altri erano disfattisti, dipingendoci uno scenario apocalittico, lui ci promise che non avrebbe sfasciato la squadra e che lavorava per mantenere il Parma in serie A. Abbiamo constatato che le promesse fatte sono state mantenute e per questo non possiamo che ringraziare lui e i suoi dirigenti”.
Hai un appello da fare alla tifoseria?
“Dobbiamo stringerci con ancor più calore attorno alla squadra soprattutto in un momento di difficoltà come questo. E’ troppo facile salire sul carro dei vincitori quando le cose vanno bene. Dobbiamo essere più numerosi in trasferta. I giovani poi devono partecipare di più alle nostre riunioni nella Sede dei BOYS”.

F.C.

(Tratto da “La Voce di Parma”, del 13 Ottobre 2004)