Trasferta a Milano per
pochi intimi. Una quarantina di BOYS, una decina di ragazzi del Settore, una ventina dei
Clubs. In totale: circa una novantina di tifosi e Ultras Gialloblu Crociati hanno seguito
il PARMA a Milano, nel ritorno degli Ottavi di Coppa Italia contro i nerazzurri meneghini.
Speravamo in una maggiore partecipazione, considerando anche che il giorno dopo era S.
Ilario, quindi: giorno festivo per molti che lavorano in città. Noi, comunque, abbiamo
festeggiato il nostro Patrono a Milano, tenendo alti i vessilli di PARMA e del PARMA
Calcio.
Il pullman mezzo vuoto (alcuni ragazzi del Gruppo, causa impegni lavorativi, hanno
affrontato la trasferta in auto) e lalto numero di soste in autogrill, hanno creato
un atmosfera insolita. Cera la voglia di stare insieme, donorare lo
Striscione, di far sentire la nostra presenza alla squadra e di ricordare una precisa
scadenza ai nostri dirigenti, ma lincontro in sé non destava particolare interesse.
Non cè da stupirsi. Da mesi viviamo sentimenti di preoccupazione e rabbia, per il
comportamento della società, e navighiamo pericolosamente nelle posizioni basse della
classifica. Per chi rischia il fallimento e la retrocessione, per chi vede, giorno dopo
giorno, mandare in rovina il sodalizio calcistico della propria Comunità, la Coppa Italia
non è certo il primo dei pensieri.
Lo stadio Meazza era praticamente vuoto. Chiusi il secondo e il terzo anello, i pochi
tifosi presenti sono stati concentrati nel primo anello, probabilmente
per ridurre i costi di gestione dellimpianto e per non mostrare i settori a fianco
del campo completamente vuoti in diretta tv. Guardare una partita in video senza tifosi
sugli spalti è ancor più deprimente. Nonostante questo tentativo, nonostante la presenza
di tanti ragazzini in settore apposito, solo 3.924 persone erano presenti giovedì sera,
circa il 13,5% della capienza del primo anello. Non certo un grande spettacolo.
Quando una squadra di una metropoli, che dovrebbe avere milioni di tifosi, riempie solo il
4,5% del proprio stadio per una partita ufficiale, la cosa è piuttosto sconfortante.
Quando si realizza che tali dati sono figli di una tendenza generalizzata (il calo
vertiginoso delle affluenze) è evidente che qualcosa non funziona. Evidente, sì, ma non
proprio a tutti, visto che il presidente della Lega, proprio pochi giorni fa, ha
dichiarato che tutto va per il meglio, visto che, anche se diminuiscono le presenze allo
stadio, aumentano gli abbonamenti televisivi.
Dietro al nostro Striscione abbiamo iniziato a cantare per i nostri Colori, sventolando
bandieroni e bandierine.
Allingresso delle squadre in campo abbiamo esposto: PER UN CORO INSENSATO
CINQUE ANNI E IL VERO REATO, striscione riferito alle diffide che hanno
colpito alcuni Ultras nerazzurri, per i cori contro il giocatore Zoro del Messina. Una
pena ingiusta, inflitta senza processo, solo per aver offeso un giocatore avversario,
magari in modo poco piacevole ma... i cori offensivi, di solito, non sono piacevoli (anche
per chi non è di colore). Una pena di lunghissima durata (5 anni), seppur in assenza di
qualsiasi fatto violento, inflitta grazie a leggi speciali che violano i diritti della
persona e violentano il comune senso di giustizia, che si fonda sul concetto
di legge uguale per tutti.
Quando si garantiscono pieni diritti a criminali di ogni risma, mentre si applicano leggi
speciali agli Ultras, quando si infliggono pene di breve durata a chi è condannato anche
per fatti di sangue, mentre si privano della libertà dei ragazzi per lunghi periodi di
tempo (senza neppure processarli) solo per aver fatto qualche coro, è evidente che la
legge non è uguale per tutti.
I gruppi Ultras interisti, direttamente interessati da tali diffide, hanno esibito solo un
grande striscione bianco, recante la scritta: GIUSTIZIA PER I DIFFIDATI - DOVE SONO
PROVE E FILMATI?.
Il nostro tifo è stato buono. In pochi non si può fare tanto ma quando sono presenti i
fedelissimi, quella Minoranza Rumorosa che da sempre tutto, se si è in 50 si canta in 50.
Chi è al megafono lancia i cori e gli altri seguono, senza bisogno di prediche e menate
varie. Tifo costante al 100% delle nostre possibilità, così è stato a Milano. Tanti i
cori per i nostri diffidati, quegli amici condannati a stare lontano dal loro PARMA, che
perseverano nella Fede nonostante tutto, che pagano solo per essersi comportati da uomini.
Tanti i cori di solidarietà a tutti gli Ultras, privati della libertà a mezzo di leggi
ingiuste.
Il tifo degli interisti non è stato granché, carenti come calore e colore. Non erano
molto numerosi e li abbiamo sentiti solo sporadicamente.
Nel secondo tempo
abbiamo esposto lo striscione già mostrato, sempre a Milano, la domenica prima:
ANCHE LA NOSTRA PAZIENZA HA UNA SCADENZA!, con chiaro riferimento al nostro
ultimatum a società e dirigenti, accompagnandolo con nuovi cori sul tema.
Il PARMA sè presentato con una formazione molto rimaneggiata ma chi ha indossato la
Casacca Crociata ha fatto del proprio meglio, senza risparmiarsi. Abbiamo visto impegno,
dedizione e cuore. Questo è limportante. E bello vedere un PARMA così e
anche se siamo stati eliminati dalla Coppa (anche a causa dellennesimo errore
arbitrale) ci siamo divertiti.
Ruopolo sè mangiato un gol già fatto ma i nostri applausi più sinceri sono stati
proprio per lui. Lui, che è stato lunico a salutarci, incurante di cosa gli avremmo
detto. Abbiamo apprezzato il gesto perché era palese che gli veniva dal cuore. Questa è
la sincerità che ci piace, di chi da tutto ciò che può sul campo e rispetta i propri
tifosi. Di giocatori che corrono sotto la Curva solo perché hanno appena fatto qualcosa
di buono o di giocatori che devono essere tirati per il bavero per non correre
immediatamente negli spogliatoi... non sappiamo che farcene.
Il nostro S. Ilario è iniziato in pullman, sulla strada del ritorno, allietato dalla
presenza degli amici, addolcito da una decorosa prova della squadra e da alcune ottime
scarpette (dedicate al nostro Santo) offerte da un saggio membro del Gruppo. ULTRAS
LIBERI!
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