09 - 05 - 2004
Serie A
Dopo la vittoria travolgente per 3 - 1 con l'Ancona, non c'erano più dubbi, bisognava invadere Milano, non c'erano più scuse ogni persona che sentiva nel cuore il PARMA non poteva permettersi di marcare a questa sfida decisiva. La frenesia che aveva incominciato a pervadere gli animi fin durante l'ultima gara in casa con tanto di coro inventato in tre minuti durante l'intervallo su gentile concessione degli Ultras Tito... Detto fatto, entusiasmo alle stelle e pullman esauriti dopo poco più di un'ora dall'inizio della prevendita, problema comune con le altri componenti del tifo a PARMA, vista la concomitanza della partita con l'ultima giornata di Cibus e le varie gite in giro ci hanno impedito d'avere a disposizione un numero sufficiente di pullman. Nonostante ciò, chi in corriera, chi in auto, chi in treno, nessuno ha rinunciato all'irrinunciabile: esserci a Milano, per PARMA e per il PARMA. Sì, ci siamo proprio tutti, non solo gente di PARMA, ma da tutta Italia, Catania, Riva del Garda, Trieste, i milanesi che giocavano in casa, Casalpusterlengo, Lecce, Brindisi, Taranto, i ragazzi di Milano, del Settore e persino la ragazza russa incontrata nelle trasferte del'Est europeo: non manca proprio nessuno al richiamo di questa meravigliosa squadra e dei BOYS.
Entriamo al Meazza ma sembra d'essere ancora a PARMA: colori Gialloblu Crociati tutt'intorno a noi, una bella fetta di stadio è occupata dai Nostri, per una volta ogni tanto vediamo S.Siro da un altra prospettiva.
Iniziano i cori, autentici boati, prove canore del pre-partita; è un frastuono: musica per le nostre orecchie. Ci guardiamo intorno, con la pelle d'oca ammirando quella parte di PARMA presente, giunta a Milano per sostenere una compagine di leoni e gridare il proprio orgoglio parmigiano. Ci guardiamo l'un l'altro senza parlare, gesti solo accennati, perché c'è un groppo alla gola, perché è inutile dire ciò che è ovvio, ciò che tutti stiamo pensando: siamo tanti, siamo forti, siamo carichi, cazzo... quant'è bello essere di PARMA! Ma lo spettacolo deve ancora cominciare...
Entrano le squadre in campo e dal nostro settore si solleva uno striscione blu recante, in giallo, la scritta: "L'ULTIMA CROCIATA PER SOGNARE". Dietro ad esso sventolano le bandiere, mentre si spiega l'enorme bandierone giallo PARMA con l'Elmo del CUS (storico simbolo del Gruppo).
Il tifo è incessante e non c'è da stupirsi: stiamo vivendo la partita, attenti, eccitati, con i nervi a fior di pelle.
Di tanto in tanto, di fronte a noi, ci capita di veder gli interisti battere le mani ma non riusciamo a sentirli, assordati dai nostri canti, dalla nostra passione, dalla nostra Fede. Anche noi siamo quasi stupiti da tale entusiasmo, normalmente quando siamo in tanti non si rende mai come si dovrebbe, ma stavolta non è così; la gente ci segue alla grande, tutti i cori vengono interpretati alla perfezione da maledetta primavera con tutte le sciarpe su, alla samba con il popolo Gialloblu in movimento.
Al 90° il risultato del campo ci è sfavorevole, perdiamo per uno a zero, grazie alla prodezza di un singolo e di qualche "dubbia" decisione arbitrale su episodi cruciali, parte di un atteggiamento generale che c'è parso, sempre, a senso unico. Altri gruppi, in tale frangente, avrebbero ammainato le bandiere e ritirato gli striscioni, ammutoliti per l'occasione persa. Noi, no! La nostra vittoria arriva dopo il 90°, non sul campo ma sugli spalti. Lo stadio si sta svuotando e noi continuiamo ad incitare i nostri colori. Gli interisti ritirano le loro insegne, ma le nostre continuano a garrire nel vento. Lo stadio è deserto. Noi? Doveva essere una festa e festa è stata... tutti in piedi, ad urlare a squarciagola, a battere le mani, a sventolare le nostre bandiere, a mostrare cosa significa essere di PARMA. Al Meazza solo noi, per festeggiare noi stessi e quella squadra che s'è sempre battuta con coraggio e dignità. Via le TV, via i giornalisti, via gli avversari. Solo noi e... il PARMA torna in campo, sotto di noi, richiamato dalla voce del Popolo Gialloblu Crociato. Ci guardiamo e abbiamo una certezza: nessuno potrà dire che il tesoro di Calisto non c'è. E' qui, ora, a San Siro. Siamo noi. Siamo PARMA. Siamo come siamo, sicuramente diversi. Permetteteci... SIAMO ORGOGLIOSI DI ESSERE COSI'!!!