Gemellaggi
Non è tutto oro ciò che luccica |
Martedì 02 Gennaio 2018 12:20 |
Mi trovo in Germania per motivi di studio da ormai 3 mesi, un’occasione per conoscere una nuova cultura e realtà, sia nella vita di tutti i giorni che nel contesto “stadio”. Da quando sono qui, e anzi, da quando ho saputo di questo mio temporaneo trasferimento nella regione Nord Reno Vestfalia, ho subito iniziato a cercare quali potessero essere le realtà più belle da conoscere e scoprire. Abitando a Bochum sono andato diverse volte allo stadio qui, ho poi avuto l’occasione di incontrare e passare una giornata insieme ai ragazzi di Münster, gemellati coi Bordolesi, che sono stati molto curiosi riguardo Parma e il Parma e oltremodo gentili con me nell’accogliermi tra loro.
Da questa seppur superficiale visione volevo condividere con voi alcune riflessioni sul tanto citato modello tedesco applicato negli stadi e nei confronti degli ultras locali. Rispetto a noi in Italia, sicuramente, c’è una differenza culturale enorme e l’approccio alla squadra della propria città è completamente diverso: tutti vivono 7 giorni su 7 la propria squadra, indossando la sciarpa anche andando a lavoro e riempiendo letteralmente le città degli adesivi del proprio gruppo o della propria curva. Il giorno della partita, perlomeno la curva, è sempre quasi piena: questo è favorito dai prezzi popolari, dalla possibilità di acquisto dei biglietti il giorno della partita senza particolari intoppi (i biglietti non sono nominali). Da come mi è stato spiegato, in realtà come Dortmund, aldilà dell’appartenenza ad un gruppo ultras, quasi tutti i tifosi della curva sottoscrivono la tessera di appartenenza alla Südtribüne, per avere la possibilità di acquistare il materiale della stessa e, ancora meglio, per finanziare le attività e le coreografie nelle partite più importanti. Da un altro punto di vista, quello che mi sembra mancare, è la cultura dello “striscione” del gruppo: aldilà della fattura degli striscioni dei gruppi, che nulla hanno a che vedere con i nostri e con il nostro in particolare, che ha appena compiuto la bellezza di 40 anni, mi pare di capire che non sia un elemento così importante come in Italia. Inoltre, la chiusura che tutti i gruppi hanno verso nuovi entranti, è un elemento di grande differenza rispetto a noi: per entrare in possesso della sciarpa del gruppo, bisogna militare anni e anni nello stesso, e nel momento in cui si esce bisogna restituirla. Un altro diversità piuttosto marcata è la quasi totale assenza di una “vecchia guardia” in curva, i gruppi sono composti da ragazzi molto giovani, mentre manca completamente la presenza di vecchi ultras, che in un modo o nell’altro possono guidarli nel percorso di crescita in curva, cosa per me molto positiva alle nostre latitudini. Per non dilungarmi, alla Germania e ai suoi ultras ruberei il sentimento che hanno verso le proprie squadre e il legame con le città: cosa non darei per vedere ogni cartello stradale a Parma pieno di adesivi come qui. Al contrario, non abbiamo nulla da farci invidiare riguardo il “portare in giro” uno striscione, qualità, come detto, insegnataci da chi negli anni l’ha fatto prima di noi e di cui probabilmente fatichiamo a renderci conto. Una nota finale: stando via mi sono reso conto di quanto manchi, essendo lontano, il clima partita, con gli amici, il gruppo e la trasferta in particolare. Senti veramente di non poter dare quel minimo apporto alla tua squadra, quindi, per chi legge, date tutto, anche e soprattutto per chi, per un motivo o per un altro, non può esserci!
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