Partita a pranzo. La protesta Interista ( tratto da Stadio ) PDF Stampa E-mail
Mercoledì 01 Dicembre 2010 21:13

MILANO - La curva Nord deserta. Un solo striscione annunciava la contestazione dei tifosi: "Scusate il ritardo ... Siamo ancora a tavo­la".
Nella Sud, altro striscione: "Quest'anno a pranzo, il prossimo anno a colazione, non vi rendete conto che uccidete la passione?".

                                                                           

La risposta è che non se ne rendo­no conto. O forse sì, ma se ne fregano. Stavolta coreani e giapponesi, acquirenti dell'evento calcistico delle 12.30, hanno speso bene i loro soldi, a differenza di quanto è spesso accaduto in passato. Alla Lega interessano molto di più i tifosi di Seul e di Tokyo che quelli di Parma, visto che ieri erano in cen­to o poco più (in tutto, per la pri­ma volta, c'erano meno di 50.000 spettatori a San Siro), Ogni volta che si gioca, all’ora di pranzo è co­sì, da Nord a Sud non c'è nessun tifoso (o meglio, nessun frequenta­tore di stadi) che sia contento di salire in tribuna a quell'ora. I tifosi dell'lnter hanno ripreso possesso della curva dopo 5 minu­ti, dopo il gol di Crespo. Hanno co­minciato a gridare la loro rabbia e hanno srotolato un altro striscione contro Abete. Ma non dovevano scendere fino a Roma, dovevano fermarsi a Milano per prenderse­la con i responsabili. Sono in Lega i grandi pensatori, incuranti di quello che avviene in ogni stadio. Il gioco è loro, non della gente, non di chi paga, ma di chi incassa. Nel calcio, in questo calcio, si può ribaltare anche il senso del mer­cato. Aspettiamo con impazienza un prossimo studio della Lega per dire che invece l'orario è intelli­gente, certi che troverà i trombet­tieri adeguati a sostenerne la tesi. In tutta franchezza, non si capi­sce perchè ci sia tutta questa sma­nia di rifare gli stadi. Nel prossi­mo pacchetto d'abbonamento del­le tv, meglio mettere un divano in pelle come promozione: il calcio in salotto, sai che passione. 

a.pol.

 

Tratto da stadio del 29/11/2010