Gli ultimi romantici PDF Stampa E-mail
Giovedì 29 Novembre 2012 11:22

Riportiamo qui di seguito il nostro articolo apparso su La voce di Parma il 28 novembre 2012..

C’era una volta, tanto tempo fa, un campionato di calcio, che regalava tantissime emozioni, ai grandi e ai bambini! Richiamava tutta la città, la gente usciva di casa con la sciarpa al collo e con la bandiera, pronta a sostenere la propria squadra del cuore! L’appuntamento era sempre quello, la domenica alle 15.00. Era un rito che ognuno viveva a suo modo, chi con gli amici al bar, chi con il figlio, chi con la morosa, chi con il padre. Cascasse il mondo, la domenica si andava allo stadio! Anche per noi questo era un rito, probabilmente più sentito di quanto lo vivessero gli altri. Lo schema era quasi sempre il medesimo: ci si trovava la mattina in sede, reduci da scorribande notturne, e poi tutti insieme si andava al bar, pronti ad affrontare un’altra domenica da Ultras! Dopo la partita, il ritrovo era ancora in sede, con gli amici di sempre, dove si discuteva animatamente e con partecipazione il risultato della partita, si guardava la carrellata di goal a 90° minuto, aspettando anche i risultati dei campi minori, con esclamazioni del tipo: “Come godo...!” quando per caso appariva il risultato da Reggio Emilia, per poi finire e rincasare all'ora di cena con la famiglia al completo che aspetta per la pizza della domenica sera. Messa così, sembra una favola quella che raccontiamo, tuttavia poco si discosta da questa definizione. In effetti, la base di verità è presente, poiché era realmente così che la vivevamo. Come in ogni favola che si rispetti, subentra un antagonista, un personaggio negativo che permette l’evolversi della vicenda, senza il quale (per la letteratura) la favola non potrebbe esistere. Noi comunque ne avremmo fatto volentieri a meno! Questo nemico si chiama Pay Tv, che non pochi grattacapi ha creato ai nostri “eroi”. Costringendoli ad assistere ai match agli orari più improbabili, piano piano è entrata nella “consuetudine” sia di chi non si pone il problema, sia di chi se l’è posto e se lo pone tutt’ora pur sentendosi quasi inerme di fronte a ciò che ha distrutto la  passione nel calcio. Ci si è visti costretti a recarsi allo stadio all’orario dell’aperitivo, obbligati ad abbandonare la cena, per rientrare a casa dopo la partita ormai a mezzanotte. Poi è arrivato il turno del mezzogiorno, il che implicava svegliarsi ancora più presto di quando si gioca alle 15.00, si fa colazione con un caffè più che con un Borghetti. Infine, la mazzata finale, nuova ai più, del lunedì sera. Sì, lunedì sera in casa contro l’Inter. Giocare la sera infrasettimanalmente implica, per chi non lo sapesse, dover uscir di lavoro prima, correre allo stadio, a chi abita fuori poi viene negato di passare da casa pena perdersi il calcio d’inizio. Non solo: è come se si giocasse in un campionato a parte, a giochi fatti, perché le altre squadre hanno già giocato! I tuoi colleghi al lunedì se la raccontano, e parlano delle loro squadrette, e tu non puoi interagire perché giocherai la sera. In oltre, hai tutto il peso del campionato sul groppone, nel senso che la partita della tua squadra potrebbe essere l’ago della bilancia per le sorti di altri team, magari più importanti a livello nazionale, e dunque avrai gli occhi di tutt’Italia addosso. Senza contare i presidenti che piangono preventivamente e che chiedono il contentino agli arbitri proprio contro la tua squadra. Un quadro da lacrime senza dubbio, lacrime nostalgiche e di disperazione.  La stessa “disperazione” che abbiamo incontrato in settimana assistendo alla riunione per il centenario del Parma dove è stato presentato, tra le altre cose, il logo che dovrà celebrarlo. Traendo liberamente spunto dal blog del centenario,( http://centenarioparmacalcio.blogspot.it/), raccontiamo perché a nostro avviso si poteva fare di meglio. Non siamo qui a sindacare le operazioni di marketing in generale, d’altronde si sa che di qualcosa dovrà pur campare la società. Torniamo però su un concetto che per noi è arcinoto, ma che fatica ad arrivare alle orecchie giuste. Il parere dei tifosi è importante! Perché non è stato chiesto il parere ai tifosi circa il logo del centenario? Va bene tutto, ma proprio quadrato come la testa dei Reggiani non si poteva evitare? E’ inutile adesso accusarci di campanilismo, l’ Italia è stata divisa per secoli e secoli, e noi avevamo il Ducato, ampiamente distaccato da Reggio. E’ facile capire a livello sociologico che nel DNA di tutti noi è ancora ben impressa questa diversità, e così come a Parma questo discorso vale per tutte le città in Italia! Dato che noi non vogliamo aver nulla a che vedere con i nostri cugini d’oltre Enza, prendiamo le distanze almeno da questa forma troppo spigolosa che proprio non si può vedere! Invitiamo comunque tutti a seguire questo blog, aggiornatissimo e interessantissimo, che rispecchia il pensiero dei tifosi del Parma, quelli che hanno a cuore la maglia e la città!

Seppur amaramente, ritorniamo con la testa dritti verso la partita del lunedì, perché noi non dimentichiamo che i neroazzurri ci hanno spedito senza pietà in serie B, e rendergli pan per focaccia sarebbe cosa gradita! Si meriterebbero una sonora batosta, per far capire a tutti che per espugnare il Tardini ci vuole molto di più di due lacrimucce di un presidente piagnucolone  che reclama la sua fetta di ingiustizie arbitrali. Dato che è appurata l’esistenza di un sistema che falsa le partite, sarebbe cosa gradita combatterlo, piuttosto che pretendere favoritisimi!

A noi non importa però dei capricci altrui! Sappiamo che se tiriamo fuori le unghie e la voce, saremo in grado di spazzare via ogni nuvola che incombe su di noi! Dobbiamo volare alto, più in alto di queste che non sono altro che chiacchiere da Bar! Il Parma ce la metterà tutta, ne siamo certi, e noi come loro dovremo fare il nostro in Curva, con il Parma  nel cuore!

 

PARMA - Reggiana 1977-78

(foto archivio)

 

PARMA - Reggiana 1984-85

(foto archivio)

 

PARMA - Reggiana 1989-90

(foto archivio)