La tessera, il voucher ed il punto della situazione PDF Stampa E-mail
Martedì 17 Luglio 2012 12:04

Riportiamo qui di seguito un interessante articolo sulla tessera del tifoso tratto da lapadovabene.is che rispecchia molto il nostro pensiero...

 

Anno terzo della tessera del tifoso. Su questo spazio si è dibattuto molto sulla sua effettiva utilità e sulla necessità di boicottarla. La Padova Bene può avere i suoi difetti, ma quando c’è da schierarsi si schiera, ed in questo senso credo che la mia posizione in proposito sia piuttosto chiara.

Tuttavia, dopo tre anni di tessera del tifoso, è venuto il momento di stilare un bilancio di questa battaglia, che forse a detta di molti è “una causa persa”, ed invece per conto mio ha visto dei passi avanti, piccoli magari, ma avanti e non indietro come spesso succede in questo paese…

Un passo indietro facciamolo con la memoria: estate 2010. Maroni, dopo due tentativi falliti, decide che da quel momento va imposta con le buone o le cattive la tessera del tifoso. E per rendere più convincente il suo “prodotto” impone con una circolare (non con una legge) che questa sia obbligatoria per sottoscrivere l’abbonamento nelle partite in casa e per accedere al settore ospiti in trasferta. La tessera del tifoso altro non è che una tesserina plastificata su cui vengono caricati i dati del titolare ed il suo abbonamento allo stadio, con un codice per acquistare i biglietti per le trasferte, che all’ingresso viene normalmente esibita allo stewards e passata sotto il lettore ottico del tornello. Ovviamente come in tutte le cose, c’è un grosso business dietro, fatto di presunte “agevolazioni” concesse ai tesserati, di tassi di interesse bancari visto che la prima versione della tessera del tifoso era di fatto una vera e propria carta di credito rilasciata da un istituto bancario e che in alcuni casi concedeva agevolazioni per la sottoscrizione di mutui o prestiti (è il caso di “Orgoglio Viola” per esempio, la card della Fiorentina).

Le tifoserie organizzate insorsero, boicottando il “prodotto” fin dall’inizio: la motivazione era semplice, ovvero che l’emissione della tessera del tifoso era (ed è) regolata dall’articolo 9 del Decreto Amato sulla violenza negli stadi; ovvero non poteva essere emessa a soggetti che siano stati destinatari di provvedimenti di cui all’articolo 6 della legge 13 dicembre 1989, n. 401, ovvero a soggetti che siano stati, comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive. Tradotto in soldoni, significa che chiunque nella sua vita abbia avuto anche solo una diffida passata in giudicato non poteva in nessun modo usufruire della tessera del tifoso. Il polverone fu tale che Maroni fu costretto ad uscire con un’altra circolare circolare per “ammorbidire” tale articolo, per effetto della quale la tessera del tifoso non veniva rilasciata a coloro i quali avessero subito condanne penali (quindi non la diffida, che è un provvedimento amministrativo) anche non definitive negli ultimi cinque anni…

Di fatto la stragrande maggioranza delle tifoserie ha boicottato la tessera, mentre una minoranza ha deciso di sottoscriverla comunque, con varie motivazioni: c’era chi come i veronesi sosteneva che la maniera più efficace per combattere la tessera era farsela e dimostrare sul campo che non serve a nulla, c’era chi sosteneva che la tessera del tifoso di fatto non aggiungeva nulla a quanto già da prima era previsto in materia di sicurezza negli stadi. E qui si sono verificate le prime situazioni grottesche, con i tifosi non tesserati in trasferta fianco a fianco con i tifosi di casa nello stesso settore. Il seguito ve lo lascio immaginare. Maroni sosteneva lo “straordinario successo” avuto dalla sua creatura, ma di fatto già alla fine del girone d’andata l’Osservatorio stabiliva con una circolare (n’altra…) che i tifosi ospiti, sia quelli tesserati che quelli non tesserati, dovevano essere messi tutti insieme nel settore ospiti, facendo cadere di fatto il concetto di “corsia preferenziale” per chi aveva deciso di sottoscrivere la tessera.

Un risvolto che non tutti conoscono invece è che in quelle città in cui la tifoseria ha deciso di sottoscrivere la tessera, molto spesso la questura ha chiuso un occhio se non tutti e due, facendo in modo che potesse avere la tessera del tifoso anche chi non ne avrebbe avuto il diritto stando proprio a quanto detto dall’articolo 9 e dalla successiva circolare. Probabilmente un ordine preciso per “nascondere” il flop totale avuto dalla tessera del tifoso, o forse una scelta per evitare problemi maggiori tenendo fuori decine di persone dagli stadi. Buon per chi ne usufruisce, certo. Ma questo ha di fatto creato un’altra situazione grottesca: da un lato Maroni che crea la tessera proprio per “tenere a casa” i tifosi non desiderati, dall’altro le questure che onde evitare ulteriori casini chiudono un occhio sulla sua emissione. E’ importante capirlo, per capire quali sono le “falle” di questo sistema…

Nell’estate del 2011, nonostante tutte le polemiche create dal provvedimento, Maroni non fa mezzo passo indietro, anzi rincara la dose: continua a parlare di successo snocciolando dati di affluenza spesso ritoccati “a dovere”, ignora le rischieste di rivedere un po’ il tutto ed anzi annuncia che dal campionato successivo potranno accedere alle trasferte i soli possessori di tessera. L’Osservatorio impone alle società di firmare un protocollo in cui è prevista, comunque, la possibilità di creare un “doppio settore ospiti”, uno per i tesserati ed uno per i non tesserati. Molte società si attivano in tal senso, ma si troveranno a spendere soldi per niente: non verrà concessa una sola trasferta ai tifosi non tesserati! Maroni fa chiarezza con l’ennesima circolare: il settore ospiti non tesserati è per i tifosi della squadra ospite residenti al di fuori della regione d’origine che non hanno la tessera del tifoso. I tifosi ospiti residenti nella stessa regione della squadra ospitata, non possono semplicemente recarsi in trasferta! Una vera e propria discriminazione territoriale sulla quale i vari baciaculi e paladini dell’antirazzismo non hanno fatto una piega: evidentemente gli ultras italiani hanno la pelle troppo chiara per i loro gusti…

Qualcosa tuttavia comincia a muoversi: piano piano cominciano a cadere i vari aspetti commerciali della tessera, bocciati dal Tar, e piano piano la tessera del tifoso perde l’aspetto di “carta di credito”. Cade anche il Governo Berlusconi, e di conseguenza Maroni, e cominciano a registrarsi le prime piccole aperture: la Roma ha battagliato a lungo con l’Osservatorio per ottenere la possibilità di emettere un carnet di biglietti per tutti quei tifosi che non hanno voluto tesserarsi ed alla fine ottiene ragione, via via aderiscono anche altre società. Andare in trasferta rimane possibile, se si acquistano i biglietti in qualche rivendita dispersa in giro per l’Italia e ci si presenta sotto il settore ospiti con il tagliando in mano. Sono sempre meno i questori che vogliono ritrovarsi i tifosi ospiti fuori dello stadio, rappresentano pur sempre un problema, e la sensazione è sempre più che non ci sia tutta l’unità di intenti del mondo nemmeno fra di loro: come sempre, le leggi vengono emanate da chi è completamente ignorante in materia! Addirittura nei playoff e nella finale di Coppa Italia le porte vengono aperte a tutti, non tesserati compresi, segno evidente del “grande successo” ma ancor di più del “grande favore” incontrato dalla tessera del tifoso…

Tuttavia la situazione riguardante l’Articolo 9 non cambia, ed anzi entra sempre più a regime la funzionalità “questura on line”, che consente di collegare il terminale della rivendita con la questura locale in modo da verificare in tempo reale eventuali motivi ostativi non solo sul rilascio della tessera del tifoso, ma anche su quello dei singoli biglietti. Bisogna fare chiarezza anche su “Questura on line”, in quanto molti sono convinti che con questo metodo l’articolo 9 venga applicato anche ai singoli biglietti: certo, l’obiettivo a lungo termine è proprio questo, ed al Ministero degli Interni sono al lavoro nella compilazione delle famigerate “black-list”. Tuttavia ancora non sono a pieno regime, ed oggi “Questura on line” permette solo di verificare se il richiedente sia attualmente sottoposto a Daspo oppure no. La sensazione che ho è che in realtà non vogliano applicare le black-list e l’articolo 9 ai singoli biglietti: è un periodo di relativa calma a livello di casini negli stadi, ed inoltre gli stadi sono vuoti. Una sua applicazione oggi sarebbe più dannosa che inutile. E’ sicuramente un’arma che gli potrà tornare utile un domani, nell’ipotesi che tutte le tifoserie tornassero sui propri passi, si facessero la tessera e tornassero stabilmente in trasferta, con conseguenti nuovi problemi e casini che renderebbero “necessario” agli occhi dell’opinione pubblica un nuovo giro di vite. Ma per adesso non la applicano, la tengono la…

Al termine della stagione 2011/12 l’Osservatorio ha emesso un nuovo protocollo, in cui si conferma la “linea dura” verso i non tesserati per quanto riguarda le trasferte. Alle società viene data l’opportunità di emettere dei voucher sostitutivo dell’abbonamento, per i quali non è necessaria la sottoscrizione della tessera del tifoso, ma che possono avere la validità massima di 10 partite. Si conferma inoltre che tutti i titoli d’accesso (compresi quindi gli stessi voucher ed i singoli biglietti) saranno soggetti al sistema “Questura on line”. Quello che non vi hanno detto è che c’è stato un sostanziale rifiuto da parte delle società calcistiche di firmare il protocollo, e che qualcuno ha anche cominciato a fare di testa sua rivendicando la propria sovranità: Roma e Lazio per esempio hanno emesso il voucher, non per sole dieci partite come previsto nel protocollo ma per tutte e 19 le partite di campionato.

Insomma, oggi come oggi se il mondo ultras è incerto fra il portare avanti la battaglia o rinunciare facendosi la tessera per tornare almeno in trasferta, il mondo “istituzionale” è quanto mai diviso: da una parte c’è un’Osservatorio che persegue la sua idea di “stadi per famiglie” e segue le indicazioni delle tre maggiori società italiane (non a caso le tre che hanno emesso il più alto numero di tessere del tifoso), dall’altra le società di calcio che (escluse le tre più grosse) che si ritrovano con gli stadi sempre più vuoti e si rendono conto che in questo modo non possono andare avanti. In mezzo, le singole questure che applicano la legge ognuna come ritiene più opportuno, ma che in senso generale non hanno interesse a svuotare le curve degli stadi visto anche il momento molto delicato a livello sociale (c’è il concreto rischio che svuotando le curve ci si trovi la gente per le strade e nelle piazze, magari mischiati a qualche manifestazione politica).

Dall’altra parte, chi frequenta gli stadi si trova più che mai ad un bivio che lo porta a tre possibili soluzioni:

1-Smette completamente di andare allo stadio

2-Sottoscrive la tessera del tifoso tornando a fare più o meno quello che faceva prima, magari approfittando del fatto che la questura di competenza “chiuda un occhio” sull’applicazione dell’articolo 9; ma ben cosciente comunque che nel momento in cui dovessero decidere di applicarlo potrebbe trovarsi privato da un giorno all’altro della tessera…

3-Porta avanti la battaglia cambiando metodi e strategie.

Ognuno farà la propria scelta, io francamente credo sia il momento di piantarla con le discussioni fra chi “ce l’ha più duro” in base o meno alla sottoscrizione della tessera. E credo anche che la battaglia vada focalizzata: fino all’anno scorso andava bene combattere la tessera del tifoso, indicando con questo termine un certo sistema introdotto due anni fa. Oggi il nemico preciso da combattere è l’articolo 9, che potrebbe un domani essere applicato anche ai singoli biglietti e potrebbe (se applicato alla lettera) costringere molte persone a casa dallo stadio vita natural-durante.

Detto questo, credo che per tutti coloro che hanno deciso di continuare sulla linea del boicottaggio, il carnet sia la soluzione migliore:

-E’ soggetto a “Questura on line”, ma non alle stesse regole e restrizioni della tessera del tifoso (vedi sopra), tanto che viene emesso nel preciso momento in cui si va a richiederlo in tempo reale con la sola verifica se il richiedente sia sottoposto a Daspo oppure no, al contrario della tessera per la quale c’è un modulo da compilare che verrà inviato alla questura la quale dopo circa 20 giorni (durante i quali fa gli opportuni controlli) dà l’ok o meno.

-E’ vantaggioso quasi come un abbonamento. A Padova almeno, costerà anche meno (55 euro per 10 partite, 110 in tutto, contro i 150 che costa l’abbonamento in Fattori) e darà anche la possibilità di godere della prelazione in caso di playoff. Per questo motivo la sua emissione inizialmente era stata ostacolata dallo stesso Osservatorio (ricordate la disputa dello scorso anno con la Roma per l’emissione del carnet nel girone di ritorno? Clicca qui), che alla fine ha dovuto cedere su pressione delle stesse società, affrettandosi comunque a precisare che “non sarà valido per le trasferte”.

Ovviamente c’è il rischio che qualche questura un po’ troppo zelante vada a vietare l’emissione del voucher anche a chi non è attualmente sottoposto a Daspo, per l’applicazione del famigerato articolo 9: in questo caso non bisogna starsene con le mani in mano ed abbandonarsi a pianti isterici, ma bisogna subito muoversi per vie legali tramite il proprio avvocato di riferimento.

Quanto alle trasferte, è quanto mai necessario continuare a presenziare, dove e quando possibile, anche fuori dagli stadi. Se si riesce ad entrare con qualche stratagemma, sfruttarlo il più possibile. Insomma niente di diverso dagli ultimi anni. Una possibile “via d’uscita” potrebbe essere il cosiddetto “uno più uno”, peraltro regolarmente previsto dal protocollo dell’Osservatorio: ogni persona munita di tessera del tifoso in trasferta può far entrare un non tesserato. In molti storcono il naso di fronte a questa soluzione, ma è prevista e l’anno scorso è stata anche applicata, pertanto va detta…

Per quanto riguarda infine l’articolo 9, su cui pende ancora un ricorso al Tar attualmente “bloccato”, bisogna ricordare che è un problema che riguarda tutti: sia chi sottoscrive la tessera, sia chi non la sottoscrive. Si continuerà sicuramente a combatterlo, soprattutto a livello legale. Ed è importante che qualsiasi “abuso” sull’emissione di voucher o biglietti venga segnalato e perseguito in questo senso. Ricordiamo che si tratta di un articolo palesemente anti-costituzionale, sul quale l’Osservatorio ed il governo non potranno continuare a chiudere gli occhi in eterno, ed infatti fino ad oggi hanno solo rimandato il più possibile la cosa giocando sul fatto che non è possibile fissare un udienza con una data precisa al Tar, nella speranza di prendere molte tifoserie per “stanchezza” finendo per convincerle che la sottoscrizione della tessera fosse il male minore. Ma così non è, lo dobbiamo capire tutti. E lo dovranno capire anche loro.

Buon voucher, ragazzi!

[FONTE: La Padova Bene]