Basta 'ergastolo sportivo', adesso tocca al Parlamento PDF Stampa E-mail
Mercoledì 25 Gennaio 2012 14:05

Addio tessera del tifoso (vedi "Addio Tessera del Tifoso: ecco quello che succederà"). Sicuramente una buona notizia, perché adesso è cambiato, sta cambiando, il vento: non c'è più il ministro Roberto Maroni.

 

L'attuale n.1 del Viminale, Anna Maria Cancellieri, sta pensando, con il capo della polizia, Antonio Manganelli, e i vertici dell'Osservatorio (Roberto Sgalla e Roberto Massucci) di cancellare la parola "tessera del tifoso", che in questi due anni di vita ha raccolto molte critiche. Vero che oltre 800.000 tifosi hanno dovuto prenderla, ma lo hanno fatto, ricordiamolo, solo per l'amore che hanno per la loro squadra e per poter seguire le partite dal vivo (e non dalla tv...). Ora si cambia: non ci sarà più l'abbinamento tessera tifoso-abbonamento, e si sta studiando qualcosa per le trasferte, dove ormai vanno in pochi perché sono diventate un percorso ad ostacoli. Un (piccolo) suggerimento al ministro: ascolti anche la voce dei tifosi, faccia quello che Maroni non ha mai voluto o saputo fare. Da un governo tecnico, e non più politico, ci sono davvero speranze che non ci sia più prevenzioni, tantomeno ostilità verso gli ultrà. E' ora di finirla, e di cambiare rotta. I club dovrebbero fare la loro parte, cosa che (raramente) hanno fatto. La tessera del tifoso deve andare in soffitta: gli stadi piano piano devono tornare ad essere luoghi di civiltà, di allegria, di folclore, di sfottò.

Con le bandiere, gli striscioni (civili). L'aspetto che meno è piaciuto ai tifosi della (famigerata) tessera è stato l'articolo 9 delle legge 4 aprile 2007, quello che prevede, come ci ha spiegato l'avvocato Lorenzo Contucci, "che non possano avere titoli di accesso, e quindi tessere del tifoso, coloro che sono stati sottoposti a provvedimento Daspo (e quindi in ogni epoca) e che siano stati condannati per reati da stadio (e quindi in ogni epoca)". L'Osservatorio è favorevole a modificare questa norma, e ha limitato, almeno in piccola parte, la portata assurda, limitandoli agli ultimi cinque anni. Ma non ha lo stesso alcun senso: in curva (e in tribuna vip...) possono sedere tranquillamente dei pregiudicati per reati non da stadio (ma sicuramente molto più gravi) e non, magari, un ragazzino che cinque fa ha acceso un fumogeno. Ha sbagliato? D'accordo, ma non condanniamolo ad un "ergastolo sportivo". Ci vuole poche per riparare questo errore: basta andare in Parlamento e sostituire il comma 1 dell'art.9 in questa maniera: "è fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni riguardanti il gioco del calcio, responsabili della emissione, distribuzione, vendita e cessione dei titoli di accesso, di cui al decreto ministeriale 6 giugno 2005 del Ministero dell'Interno, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 150 del 30 giugno 2005, di emettere, vendere o distribuire titoli di accesso o "tessere del tifoso" a soggetti che siano in atto destinatari di provvedimenti di cui all'articolo 6 della legge 13 dicembre 1989 n. 401, ovvero a soggetti che siano stati, comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive, fino al completamento dei cinque anni successivi alla data della condanna e che non abbiano già scontato, anche parzialmente, per lo stesso episodio la misura inflitta con provvedimenti di cui al citato articolo 6 della legge 401/1989". Chi ha scontato, deve poter tornare allo stadio. Forza, politici: datevi da fare. Basta poco. E bisogna fare in fretta prima che torni, il prossimo anno, un governo politico (di qualsiasi colore sia). E i tifosi, ripeto, facciano sentire adesso la loro voce. "E' una battaglia che dobbiamo, vogliamo assolutamente vincere", ripete Contucci, convinto anche lui che questo sia davvero il momento giusto.

Fulvio Bianchi

[FONTE: Spy Calcio]