Succede a Varese nella patria di Maroni... (Fonte:www.lapadovabene.it) PDF Stampa E-mail

Venerdì sera alcuni ragazzi della Fattori, sprovvisti di tessera del tifoso, hanno deciso di seguire il Padova a Varese, la patria di Maroni. La partecipazione alla trasferta non era in programma, ma i ragazzi hanno deciso di tentarci lo stesso dopo aver notato su un sito internet la possibilità di acquistare un biglietto a prezzo ridotto per la partita. Detto, fatto, sono partiti alla volta della città lombarda, col consueto fatalismo di chi rischia di non riuscire ad entrare allo stadio. Invece nessuno ha fatto storie, almeno fino al momento di emettere il biglietto, regolarmente ritirato dopo aver consegnato l’apposito coupon allo sportello accrediti. Eccone una prova (ho cancellato il nome e cognome del possessore, per motivi di privacy):

 

Chiaramente il fatto di avere un regolare biglietto in mano non mette al riparo dalla possibilità di essere tenuti fuori dallo stadio, come successo questo week end ai doriani ad Ascoli ed agli empolesi a Bari… Invece ecco la sorpresa: il “sicurissimo” Franco Ossola, stadio di Varese, città natale del Ministro Maroni (mica cazzi…) non ha nessun sistema di controllo! O meglio, i tornelli ci sono ma sono tutti aperti e non è necessario passare il biglietto sotto il lettore per entrare, gli stewards ci sono ma non chiedono il documento a nessuno! E pensare che qui ci sarebbe qualcuno (Zampieri, te fiscia ee rece?) che sostiene che per andare in serie A ci vogliono altri tre milioni e mezzo di euro (!!!) per adeguare ulteriormente l’Euganeo… Nella città di Maroni il tempo si è fermato, e si può entrare senza dover mostrare nessun documento a chicchessia e senza passare per nessun tornello!!!

Facile come bere un bicchiere d’acqua, i ragazzi entrano allo stadio ed espongono la pezza “Tribuna Fattori” tranquillamente nei distinti, come se niente fosse… La cosa non sfugge ai solerti occhi della Digos locale, e dopo nemmeno un quarto d’ora arrivano gli stewards tutti trafelati: “Ma voi ce l’avete la tessera del tifoso?”, “No!”, “Ma come cazzo avete fatto ad entrare?”, “Facendo il biglietto qui allo sportello accrediti”, “Non è possibile, ci state prendendo in giro!”. I ragazzi, per il solo fatto di non aver la tessera del ministro di casa vengono quasi trattati da camorristi. Ad un certo punto il capo-steward fa partire l’accusa: “Voi vi siete procurati dei tagliandi falsi!”. Chiaramente la cosa è durata anche troppo, e un ragazzo esibisce il biglietto. Lo stesso biglietto che ho pubblicato sopra, sulla cui autenticità non ci sono dubbi. Ed infatti gli stewards sbiancano…

Ancora un po’ di conciliabolo, poi gli stewards ritornano con un aria molto meno baldanzosa ed arrogante: “Vi possiamo chiedere PER PIACERE di spostarvi nel settore ospiti insieme agli altri tesserati?”. La trattativa va avanti per un po’, ed a fine primo tempo sette ragazzi vengono spostati nella curva ospiti.

Un’altra decina invece, avendo pagato anche una bella cifra per il biglietto, decidono di rimanere in tribuna fianco a fianco con i varesini. Proprio delle ottime misure di sicurezza. Eccezionali direi. Continuo a ribadire che non siamo a Napoli, non siamo in terronia, non siamo in una qualsiasi città del Sud tanto facile ai luoghi comuni: SIAMO A VARESE, ESTREMO NORD DELL’ITALIA, CITTA’ NATALE DEL MINISTRO DEGLI INTERNI, ILL.MO DR. ROBERTO “BOBO” MARONI!

I ragazzi nella ripresa si uniscono così ai tifosi tesserati presenti in curva ospiti. E qui si capisce un attimo il perché di controlli così “leggeri”: un ragazzo, regolare possessore di tessera del tifoso, mostra il suo biglietto. Chiaramente anche qui ho cancellato il nome per motivi di privacy (lascio le iniziali, per far capire che il nome c’era). Guardatelo, e giudicate voi stessi:

Biglietto scritto a mano, riportante nome e cognome del destinatario, manco la data di nascita, il settore ed il prezzo!!! Probabilmente ci sarà stato un disguido telematico, o un guasto nel sistema di emissione, o che cazzo ne so… ma la sicurezza? La portiamo avanti a colpi di penna biro?

In conclusione, possiamo dire che nell’epoca della tessera del tifoso e di tutti i proclami sulla sicurezza; a Varese, nella città del Ministro Maroni, la sicurezza nello stadio locale è così gestita:

-Possibilità per chiunque di acquistare un biglietto allo sportello accrediti dello stadio

-Dati del possessore scritti a penna, peraltro senza nemmeno indicare altri dati importanti per l’identificazione come la data di nascita (tassativa qui a Padova) o il codice fiscale

-Tornelli non funzionanti ed aperti (questo si era già notato nel campionato scorso)

-Stewards che non controllano i documenti

Sarebbe questa l’applicazione del famigerato “decreto Amato”!?! Ma vi rendete conto di cosa sarebbe potuto succedere???

Niente sarebbe potuto succedere, appunto… Viene solo da chiedersi se tutti quei proclami e tutte quelle spese per adeguare gli stadi (fra l’altro, il Franco Ossola farebbero prima a buttarlo giù che ad adeguarlo…) fossero così strettamente necessarie, di fronte a quanto si è visto a Varese.

Ripeto, Varese. Non parliamo di Napoli. Parliamo di una città considerata (a ragione o a torto) roccaforte leghista, che ha dato i natali all’attuale Ministro degli Interni. Quel Bobo Maroni che tanto insiste sulla bontà delle sue normative. Talmente insiste che nemmeno nella sua città d’origine se lo cagano più, come del resto non si cagano più molto il suo partito.

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FONTE : www.lapadovabene.it